DENTROCASA GIUGNO 2025 | Page 53

In centro: Ancient Future: Bridging Bhutans * Tradition And Innovation + Bjarke Ingels GroupLaurian Ghinitoiu, Arata Mori.
Accanto: Padiglione Svizzero Endgültige Form wird von der Architektin am Baubetimmt., curata da Elena Chiavi, Kathrin Füglister, Amy Perkins, Axelle Stiefel e Myriam Uzor. do una riflessione su come l’ intelligenza artificiale possa generare nuove forme di percezione e influenzare il modo in cui viviamo e progettiamo gli spazi. Ricercatori di un gruppo di università internazionali – tra cui il professore Philip Yuan della Tongji University e Gramazio Kohler Research del Politecnico di Zurigo insieme a MESH e Studio Armin Linke – utilizzano robot antropomorfi di nuova generazione per esplorare il futuro dell’ edilizia, sollevando questioni fondamentali sull’ evoluzione del ruolo del lavoro umano. Nel frattempo, in Ucraina, ricercatori come Kateryna Lopatiuk, Herman Mitish, Roman Puchko, Oleksandr Sirous e Orest Yaremchuk utilizzano la computer vision per mappare e ricostruire le città distrutte dalla guerra. È un inquietante promemoria del fatto che la tecnologia non è neutrale: può essere uno strumento positivo o di distruzione. Agli occhi di chi sogna la pace, diventa uno mezzo di ricostruzione. La sezione Collective Intelligence della Biennale esplora l’ apprendimento e la costruzione attraverso la saggezza collettiva, evidenziando come l’ ingegno urbano emerga ai margini, dai mercati informali di Lagos alle favelas di Rio. Uno Speakers’ Corner, progettato da Hawthorne, Marklee e Rodriguez, accoglie voci da tutto il mondo con panel e workshop. La sezione finale, Out, si apre con Oxyville, installazione sonora immersiva firmata Jean-Michel Jarre. Qui si riflette sul futuro oltre la Terra, ma l’ astronomo Martin Rees ci ammonisce: lo spazio non è una via di fuga, bensì un