Cultura Oltre - 2^ numero - Febbraio 2018 rivista-cultura-oltre FEBBRAIO 2018 | Page 30
avesse bisogno della stessa estensione e degli stessi caratteri classici e commerciali di
quella degli uomini. Le donne avevano la necessità di conoscere solo le cose
indispensabili, di badare ai figli e mandare avanti la casa. Materie come storia,
geografia e letteratura erano considerate importanti, al contrario del latino e del greco.
Le donne che desideravano studiare materie come legge, fisica, ingegneria o arte
venivano derise ed allontanate. Era opinione comune che non fosse necessario per le
donne iscriversi all’università. Si arrivava addirittura a dire che studiare fosse contro
la loro natura e che potesse farle impazzire. Esse dovevano accontentarsi del semplice
ruolo di “ornamento della società” ed essere subordinate ai mariti. L’obbedienza era
tutto ciò che si richiedeva da loro. Questo fu indubbiamente un passo indietro rispetto
al secolo precedente, quando la Rivoluzione Industriale aveva indotto le donne ad
uscire dalla casa dei loro padri e mariti per cercare lavoro nelle nuove fabbriche.
Durante il primo periodo della Rivoluzione Industriale, le donne lavoratrici avevano
stabilito alcuni, sebbene limitati, diritti per se stesse nella società Occidentale:
potevano negoziare su orari di lavoro migliori, un salario più congruo e per certi versi,
manifestavano un controllo su come queste paghe dovevano essere spese. Virginia
Woolf, in un suo celebre saggio, spiegava le ragioni che per secoli hanno impedito alle
donne di coltivare un talento artistico. Per lunghi secoli le donne sono state messe da
parte: era loro impedito entrare nella vita attiva del proprio paese e avere una cultura
superiore. Non è stato possibile coltivare attitudini artistiche (questa la tesi di Virginia
Woolf nel saggio “Una stanza tutta per sé”). Nel primo decennio del XIX secolo,
tuttavia, la situazione lentamente si andava modificando. Molte donne presero a
confrontarsi con il romanzo gotico (una su tutte Ann Radcliffe) e si affermò la
produzione di Jane Austen e di Elisabeth Gaskell, oltre le sorelle Bronte. Resta da
sottolineare, tuttavia, che le scrittrici raramente pubblicavano con il loro nome anzi
scrivevano usando uno pseudonimo maschile (un esempio noto George Eliot) o
preferivano l’anonimato, questo perché alle donne di buona famiglia una professione
era interdetta e tantomeno sarebbe stato possibile dedicarsi a una carriera dedicata alle
arti, occupazione decisamente poco consona alla
“pudicizia e al ruolo muliebre” secondo i Vittoriani.
Nord e Sud di Elizabeth Gaskell Jo March, 2011 1^ edizione:
1854-1855
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