Cultura Oltre - 2^ numero - Febbraio 2018 rivista-cultura-oltre FEBBRAIO 2018 | Page 11
d’identità perché gli orchestrali senza direttore cercano una libertà che non sanno
gestire. E allora una palla d’acciaio ammutolisce tutti: chi è stato? Dio? O più
probabilmente l’uomo di oggi che vive nel traffico (come annunciano i suoni del
prologo), e con la sua ambizione di costruire distrugge anche i luoghi della musica e i
luoghi del sacro? I musicisti restano attoniti, il direttore riprende la bacchetta, e sulle
macerie dell’oggi, del futuro, del caos finalmente esploso, si suona perché non si può
fare altro. Inquietantemente. L’orchestra/popolo obbedisce, il direttore/regista riprende
il controllo, ma per creare cosa ora?
La profezia finisce, ma Fellini ebbe la maledizione di essere considerato sempre un
presunto narcisista, un Apollo dell’arte: parlare di sé conduce a non essere ascoltati
come lungimiranti nemmeno quando si inscenano vaticini che da soli valgono l’intera
identità italiana di un decennio.»
dal web
La rappresentazione, secondo Fellini è finita prima ancora di cominciare, visto che la
rappresentazione in quanto copi di un’altra non è accaduta mai. La musica è il fascino
del tutto – nulla, provando sia il tutto c