Cultura Oltre - 1^ numero - Gennaio 2018 rivista-cultura-oltre GENNAIO 2018 | Page 8

dottrina del Buddha, diventando poi oggetto d’approfondimento in tutta la speculazione filosofica buddhista. Va ricordato, al riguardo, che il filosofo buddista Nagarjuna, nei suoi scritti, parla della “co-produzione condizionata” quale carattere peculiare della genesi di tutti i fenomeni nel mondo della manifestazione e che tale tema è stato particolarmente approfondito ed illustrato dall’attuale Dalai Lama nei suoi scritti e nelle sue conferenze. La retta comprensione di questi insegnamenti è fondamentale sia per un corretto approccio intellettivo a tutto l’insieme della concezione buddista sia per un’equilibrata interiorizzazione ed applicazione dell’ascesi e dell’etica buddista che non ha assolutamente quella connotazione nichilista e disperata che potrebbe apparire ad una valutazione superficiale e di “primo impatto”.» paesaggio zen Ci sono comuni elementi tra stoicismo, buddismo e zen? Sicuramente sì. Nella tradizione di zen abbiamo il seppuku e nella filosofia di stoicismo abbiamo Il seppuku veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una morte disonorevole per mano dei nemici. Un elemento fondamentale per la comprensione di questo rituale è il seguente: si riteneva che il ventre fosse la sede dell’anima, e pertanto il significato simbolico era quello di mostrare agli astanti la propria anima priva di colpe in tutta la sua purezza.[3] Il primo atto di seppuku di cui si abbia traccia fu compiuto da Minamoto no Yorimasa durante la battaglia di Uji nel 1180. Alcune volte praticato volontariamente per svariati motivi, durante il periodo Edo (1603 – 1867) divenne una condanna a morte che non comportava disonore. (Quanto riguarda il seppuku come filosofia o meglio come tentazione, può vedere gli studi di T. Deshimary). Infatti il condannato, vista la sua posizione nella casta militare, non veniva giustiziato ma invitato o costretto a togliersi da solo la vita praticandosi con un pugnale una ferita profonda all’addome di una gravità tale da provocarne la morte. Nella filosofia di stoicismo abbiamo con lo stesso mondo un rituale di suicidio che si chiama in greco antico «εύλογον εξαγωγήν». 8