corporazioni medievali una maggiore capacità competitiva davanti alle altre corporazioni dello stesso mestiere in quanto ogni processo produttivo innovativo che comportava una maggiore e più facile acquisizione di commesse doveva rimanere all ’ interno delle superiori gerarchie operative. Da ciò scaturirono meccanismi di accettazione dei nuovi mestieranti su basi ritualistiche e cerimoniali che determinano differenziazioni di livello professionale ben articolate con una progressività conoscitiva del mestiere sempre più sofisticata e riservata.
Vivace e senza rispetto era la lotta per l ’ acquisizione di importanti commesse come ad esempio l ’ edificazione di sofisticate e imponenti costruzioni civili o religiose. Non si hanno notizie storiche sulle manovre del cosiddetto spionaggio industriale che probabilmente era ben dinamico e a ciò si poteva porre un freno imponendo con modalità rituali la non divulgazione delle tecnologie e conoscenze che durante l ’ opera si potevano acquisire. Il discorso sulla segretezza delle tecniche costruttive ( ancora non esisteva un corpus teorico come l ’ ingegneria o l ’ architettura in senso moderno ) a ben vedere sembra più un formalismo che una realtà operativa, infatti un bravo costruttore o artigiano che finita la sua opera avesse voluto trasferirsi presso una corporazione di altra regione o nazione non aveva bisogno di particolari segni o gesti per far riconoscere le proprie abilità professionali e comunque queste erano ormai un suo patrimonio personale che non poteva ignorare e tali segni e gesti avevano più un valore cerimoniale che iniziatico. Le ritualità interne alla corporazione per assicurare la solidità della corporazione stessa dovevano avere quindi delle formulazioni di assolutezza che solo una loro “ sacralizzazione laica ” poteva assicurare, e la migliore sinecura era quella di ammantare di religiosità tali rituali. A livello individuale l ’ entrata nella corporazione come persona con buone potenzialità di mestiere voleva dire uno sviluppo professionale altrimenti inattuabile, era quindi un momento molto importante per chi voleva acquisire una perizia tecnica e per la stessa organizzazione aveva anche il senso di aumentare il proprio capitale umano. Come detto, ciò era assicurato da un sistema giuridico locale e / o nazionale che su pressione delle stesse corporazioni e gilde non consentiva di essere operativi se non essendo membri di un ’ associazione di mestiere.
Fino a che la situazione economica e produttiva visse una fase di stagnazione con modesti livelli di stagflazione alle corporazioni era consentito di operare in modo alquanto stabile; in realtà la situazione dei processi sociali di produzione erano tutt ’ altro che solidi, la permanenza delle condizioni socioproduttive era in realtà soltanto espressione di una rigidità artificiosa fondata sulla forza dei più potenti sui più deboli. Le corporazioni e le gilde erano le forze potenti che dominavano la struttura economicoproduttiva, vere e proprie lobbies dell ’ epoca, con le quali anche i poteri statali e istituzionali dovevano venire a patti. Esse avevano il positivo effetto di rendere stabili le attività produttive e l ’ intera economia ma allo stesso tempo la rigidità tecnico-economica
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