Critica Massonica N. 0 - gen. 2017 | Page 32

negli aspetti strutturali e sovrastrutturali di tali associazioni non poteva rispondere con la necessaria flessibilità ai mutamenti delle società e istituzioni giuridiche e di governo, erano alla fine un fenomeno di rigidità dentro una realtà estremamente mutevole. Il fatto che le corporazioni fossero legate a stretto filo con le istituzioni politiche cittadine e nazionali non è semplicisticamente giustificabile su un carattere di flessibilità delle corporazioni stesse 43, era piuttosto il necessario relazionarsi tra struttura economica e sovrastruttura politica, una relazione che vedeva i poteri politici È comunque da rilevare che dentro questa“ rigidità” le corporazioni espressero dopo il X secolo molte innovazioni tecnologiche e di organizzazione produttiva 44 rispetto al periodo dell’ Alto Medioevo disastrato politicamente, economicamente e legislativamente dalle invasioni barbariche.
Per comprendere questo fenomeno delle corporazioni di mestiere si deve andare indietro nel tempo, alla fine dell’ Impero Romano, quando crollò da una parte l’ economia e l’ industria e dall’ altra quando il sistema di valori religiosi latini dovette cedere il passo a culture e religioni venute dall’ area nordorientale europea, da quella ellenistica e mediorientale. L’ economia tardo imperiale, con gli enormi territori conquistati, si fondava ancora sulla grande massa di schiavi che sostenevano l’ agricoltura, la manifattura e l’ industria; una quantità talmente elevata da aver reso il prezzo degli schiavi alla portata di quasi tutti gli uomini liberi, perfino i liberti, schiavi affrancati, potevano comprarne qualcuno 45. Nella quasi totalità gli schiavi erano barbari di regioni della cintura dell’ impero e neppure le teologie umanitarie del neocristianesimo greco-latino mettevano in dubbio la sua necessità.
È noto che tra i Collegia( corporazioni) dell’ impero romano e le prime forme di associazionismo di mestiere medioevale c’ è un vuoto di quasi cinque secoli. Il crollo dell’ impero e del suo sistema economico lo si data dal V secolo 46, ma le crisi erano
43
Questa è una tesi proposta da Maarten Roy Prak nel suo Craft Guilds in the Early Modern Low Countries: Work, Power and Representation, Ashgate, 2006.
44
Si veda Sheilagh Ogilvie Rehabilitating the guilds: a reply, in Economic History Review, 61, 1, 2008, pp. 175 – 182. Jay S. Epstein nel suo Craft Guilds, Apprenticeship, and Technological Change in Preindustrial Europe in The Journal of Economic History 1998, pp. 684-713, avanza una tesi, forse troppo entusiasta, dell’ apprendistato corporativo come fattore trainante dello sviluppo delle corporazioni nei termini di stimolo alla distribuzione internazionale( tra regione e regione e tra paese e paese) delle conoscenze e invenzioni tecniche. Una distribuzione conseguente alla migrazione interregionale degli“ esperti di mestiere”, che consentiva alle corporazioni di mettersi in vincente competizione con le realtà economico-produttive del momento. Più approfonditamente la tesi è sviluppata nel suo Guilds, Innovation and the European Economy, 1400 – 1800, Cambridge University Press, 2008.
45
Sulla situazione della schiavitù e del servaggio nell’ Alto Medioevo si veda Marc Bloch Lavoro e tecnica nel Medioevo, Laterza, 2009 5, pp. 221-263 e per la denotazione di libero e di libertà pp. 29-71.
46
Dalla fine del V sec. papa Gelasio proibisce ai cristiani di frequentare luoghi pubblici, cerimonie e feste pagane. In quell’ epoca, specialmente a Roma, i luoghi pubblici come terme, biblioteche, templi, accampamenti militari urbani ed edifici istituzionali perdono la loro importanza e non vengono più frequentati, addirittura vengono smantellati dai privati e Maiorano nel 458 emette un editto coercitivo. Nel V sec. e successivamente l’ edilizia è confinata quasi solo nella costruzioni di chiese cristiane, nuove o come per il Pantheon di Roma tramutate al culto 26