Corriere del Pane n. 1/2022 | Page 16

Pier Massimo Cavallari, titolare e

amministratore unico di Macinazione Lendinara Spa Unipersonale

«Non è solo l'aumento del grano, aggravato dalla crisi tra Russia e Ucraina, a incidere sui costi di produzione: ci sono quelli dell'energia elettrica, con aumenti del 400% per aziende come la nostra, i costi dei trasporti e degli imballaggi, poiché anche carta e plastica hanno subito forti aumenti. Abbiamo dovuto rivedere i nostri listini più volte in pochi mesi, cercando di assorbire in parte il peso degli aumenti, che sono abnormi e che stanno mettendo a rischio la stabilità finanziaria delle imprese, con conseguente impatto sulla filiera agro-alimentare e in generale su tutto il sistema».

 

«Da luglio a dicembre 2021 a causa di raccolti mondiali non abbondanti, consumi in aumento, conditi dalla speculazione che ha cavalcato il trend, il costo del grano tenero è aumentato di oltre il 60%, quello del grano duro è raddoppiato. I trasporti su gomma, per effetto dell’aumento del carburante e per la carenza del personale viaggiante, ha subito aumenti tra il 10% e il 50%. L’Italia importa due terzi del grano che consuma, pertanto ha dovuto subire anche gli aumenti dei trasporti ferroviari e dei noli marittimi. La carta e la plastica per gli imballi e i bancali di legno hanno subito aumenti tra il 50 e il 100%...

I molini hanno resistito agli aumenti e assorbito parte degli stessi, ma gli aumenti dei costi sono stati tali da costringere gli stessi a trasferire sui listini di semole e farine aumenti che sono arrivati a +60% sulle farine e +100% sulle semole. In una situazione di aumenti così importanti, si è dovuto inoltre combattere con l’effetto ritenzione che i detentori delle merci operano per portare a casa il massimo profitto, creando così una situazione di carenza di offerta fino a lasciare alcuni molini senza grano da macinare. Fortunatamente, operando con contratti di filiera a lungo termine, pur pagandolo più caro, al nostro molino il grano non è mai mancato e così la farina ai nostri clienti. Con l’avvento del nuovo anno, si è aggiunto un nuovo problema: il costo dell’energia, che è triplicato rispetto all’anno passato. Aumento che, se non rientrerà nel breve periodo, porterà un ulteriore incremento del 5% sui prezzi di vendita delle farine.

Gas, energia e trasporti sono le componenti per la produzione dei concimi che hanno triplicato il loro costo. Gli agricoltori ne faranno un uso limitato. Ciò porterà a basse rese di produzione e grani di scarsa qualità. Pertanto, è difficile immaginare un ritorno a breve a una situazione di mercato dei cereali ante Covid. La speranza è che il meteo accompagni le colture che per ora hanno superato bene l’inverno e che favoriscano un buon raccolto in tutto il mondo».

Claudio Bongiovanni, CEO & founder Molini Bongiovanni Spa e presidente della Borsa Europea del Commercio dei Cereali (ECE)

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Farina: rincari record, ma la qualità resta

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