Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola In bocca al lupo | Page 14
IN BOCCA AL LUPO
pubblicità dei giocattoli, che una volta acquistati dimostrano troppo spesso la loro fallacia (non sono così grandi né così duttili come appaiono nelle mani del coetaneo televisivo), le barrette di cioccolata, le patatine, le bibite sono effettivamente molto buoni e la cadenza con cui vengono proposti, in Italia più che altrove, consente di andarli a cercare in cucina prima che la storia ricominci. Accade quindi che l’immagine virtuale della tv diventa in un attimo vera. E’ dimostrato che le inserzioni pubblicitarie di prodotti alimentari contribuiscono massicciamente a predisporre risposte largamente condivise dal pubblico dei minori, indipendentemente dal reddito della famiglia e dalla loro cultura, dal momento che la televisione generalizza il ceto medio per poter essere compresa dalle categorie meno acculturate e la pubblicità esalta questo aspetto. In questo modo i bambini finiscono per comparare la realtà più alla televisione che alla realtà stessa e, in qualche modo, la anticipano. Il meccanismo è semplice: i minorenni osservano le azioni degli altri e fanno propri i modelli osservati come modalità di risposta ai problemi attraverso un processo di imitazione ma anche attraverso un più profondo meccanismo di identificazione. Si sa che durante l’infanzia la richiesta di modelli a cui adeguarsi è spontaneamente più forte che in qualsiasi altra età della vita e la visione costante e continua di modelli di comportamento che inducono a mangiare come risposta a ogni problema (la solitudine, l’abbandono, la disaffezione scolastica l’incomprensione), perché si possono comprare cose come risposta e soluzione alle difficoltà e poiché quelle alimentari costano poco e vengono anche proposte come possibilità di crescita e come elementi costitutivi della salute, tutto è più facile. Che cosa c’è di più e di meglio? Inoltre l’esposizione a pubblicità o modelli molto attraenti fa alzare i livelli del confronto sulla bellezza e influisce tra i più giovani sulla percezione della propria apparenza fisica. L’enfasi che gli spot, soprattutto italiani, pongono sulla bellezza e sulla linea, influenza certamente il modo in cui le bambine vedono se stesse e l’importanza che pongono nell’essere affascinanti: ciò pone un problema sempre più discusso dell’immagine del corpo che esse hanno di sé e delle loro coetanee. Le ultime statistiche offerte dall’Istat sull’obesità mettono in evidenza come nella fascia di età più bassa si registrino le percentuali di maggiore magrezza tra le ragazze (sono sottopeso il 16,3% delle ragazze italiane trai 18 e i 24 anni mentre sono sovrappeso il 17% dei ragazzi italiani della stessa età.) Gli stereotipi che emergono chiaramente dalle inserzioni pubblicitarie si rivolgono diversamente ai maschi e alle femmine, perché i risultati delle ricerche condotte in questo ambito dimostrano la tendenza delle bambine e delle preadolescenti a comparare se stesse con i modelli delle pubblicità, tendenza che cresce con gli anni e che è più grande in corrispondenza di una bassa percezione della propria attrazione fisica e della propria autostima. Ciò che si evince dai risultati della ricerca è in qualche modo l’elevato tasso di invidia che suscitano le inserzioni pubblicitarie alimentari, la proposta sottesa di trasformare se stessi attraverso la semplice assunzione di cibo è convincente, perché nella breve storia la trasformazione accade mostrandoci persone che ci sono riuscite e per questo possono diventare oggetto di invidia. La condizione di essere invidiati è ciò che costituisce il “glamour”. In definitiva il meccanismo dell’induzione imbonimento persuasivo attraverso l’armonia e l’offerta di felicità garantita è molto semplice: con lo spot viene proiettata un’immagine futura di come ognuno potrebbe essere grazie a quel prodotto, un’immagine a cui viene associata l’invidia che diventa il motore per far accettare la proposta d’acquisto. Gli spot alimentari, soprattutto italiani, propongono un confronto tra l’immagine di sé al momento attuale e quella possibile e quindi è chiaro che senza quel prodotto si è una persona inferiore. Tutto
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