Comunion Revista Comunion nº 08 - 2012 | Page 9

...El Personaje

novizi e studenti un viaggio a Tananarivo per partecipare agli incontri durati 4 giorni con il Santo Padre. Grazie a P. Alberto mi fu concesso di partecipare a quegli incontri ma soprattutto per quattro giorni ebbi l’opportunità e il piacere di convivere e condividere a stretto contatto con quei giovani trinitari. Ero pieno di entusiasmo, sentivo dentro una soddisfazione nuova e senza ben avere la cognizione di quello che stava accadendo, mi sentivo diverso e pieno di fervore. Questo mi portò ad iscrivermi nella lista degli interessati alla vita religiosa trinitaria per cui durante il periodo estivo per circa un mese facevo vita comune con gli aspiranti nel collegio, ero felice e spensierato e il desiderio di far parte definitivamente della famiglia trinitaria era sempre più forte. Nell’agosto del 1993 durante le vacanze estivo varcai la porta della nuova casa di formazione di Ambatondrazaka per vestire finalmente l’abito dei trinitari e far parte della loro famiglia come figlio di S. Giovanni de Matha.

Che mansioni e ruoli hai svolto in passato e quali oggi?

Dal 2002 dopo la professione solenne dei voti sono stato mandato a Cerfroid per aiuto e collaborazione alla delegazione francese e ciò fino al 2004. In seguito il P. Generale pro tempore P. José Hernández mi chiamò a prestare servizio presso la Curia Generalizia in Roma. Tutt’oggi continuo a contribuire con la mia opera presso la comunità della curia generalizia (animazione liturgica, commissioni diverse, manutenzione della proprietà) e in particolare a disposizione del P. Generale come suo segretario personale per aiutarlo a svolgere la sua missione con efficacia, stando a suo fianco per intervenire a sua richiesta in qualunque necessità.

Finalmente, come incoraggeresti i giovani a perseverare nella chiamata che fa il Signore?

La chiamata del Signore è misteriosa e spesso inspiegabile. Non è rivolta a particolari categorie di uomini e donne (siano essi ricchi o poveri, dotati di grandi intelligenza o meno dotati). Il Signore nel suo misterioso disegno ha bisogno di tutti e spesso di persone che agli occhi nei più appaiono addirittura insignificanti. La mia esperienza dall’inizio ad oggi è stata e resta semplicemente meravigliosa, ricca di esperienza e di conoscenze le più diverse. Da una isola quasi sperduta nell’oceano indiano per volere di Dio ho varcato i confini e sono giunto in Europa (Francia, Italia, Spagna, Polonia, Slovenia, etc.) ma soprattutto ho trovato una ricchezza interiore, ho imparato altre lingue ed è cambiato il mio rapporto con gli altri. Il dialogo è aperto e schietto grazie alla ricchezza spirituale acquisita. Un’ultima riflessione sul meraviglioso e ineguagliabile abito che indosso con piacere e fierezza e che senza dubbio sin dall’inizio è stato per me motivo di attrazione e di scelta trinitaria.

Ho passato 8 anni ad Anosibe An’Ala. Là ho costruito una sala parrocchiale e una casa per i catechisti, un edificio di 30 metri. Visto questo successo edilizio i superiori mi hanno chiamato a dirigere la costruzione del Tempio alla Trinità a Moramanga.

Nel 1981 fui chiamato nella Capitale come Superiore, Delegato Generale e Maestro dei giovani chierici. Ma, appena due anni dopo, sono stato coinvolto a operare nelle carceri di Antananarivo come cappellano.

Nei primi tempi la mia azione era solo a carattere religioso e spirituale. Negli ultimi anni abbiamo lavorato nel campo giuridico a difesa dei diritti umani, tanto che sono stato fatto membro della prima Commissione nazionale dei diritti umani del Madagascar, unico non malgascio.

L’attività delle carceri, che proprio non pensavo di fare, mi ha preso più di tutto, non per bravura mia, ma perché un insieme di circostanze e di persone provvidenziali che si sono associate a collaborare, hanno fatto sviluppare un organismo multifunzionale l’ACP (Aumônerie Catholic des Prisons) a favore dei carcerati, delle loro famiglie, specialmente dei figli e dei ex detenuti, ecc.

Confrontando l’opera sorta e le mie limitate capacità ho capito il grande Amore di Dio-Trinità per la sofferenza disumana, atroce, ingiusta a cui erano sottoposte tante persone che per la maggior parte avevano la sola colpa di essere poveri. Un’opera carismatica trinitaria riconosciuta da tutti i vescovi locali.

Fr. Vincent Ignace Rakotoarivelo

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Fra. Vincenzo, come hai conosciuto i trinitari?

La conoscenza fu del tutto occasionale, il mio papà, su richiesta di Mons. Vollaro per una collaborazione, si trasferì nella città di Ambatondrazaka e con esso tutta la famiglia. Questi i primissimi contatti con un appartenente all’ordine trinitario. Nella nuova residenza e con mio padre a servizio del vescovo mons. Vollaro è stato quasi naturale inserirci nella parrocchia gestita dagli stessi trinitari. All’epoca avevo dodici anni e frequentavo le scuole presso il collegio “dei fratelli delle Scuole Cristiane“ ma la mia parrocchia come detto era quella dei Trinitari per cui il contatto con gli stessi (in particolare P. Alberto Pesce) era continuo perchè buona parte del tempo libero lo trascorrevo in parrocchia. All’epoca P. Alberto era promotore vocazionale e quotidianamente mi invitava e mi suggeriva di intraprendere la vita religiosa: ( oggi devo constatare che il Signore fu tramite lui che mi chiamava al suo servizio).

Dopo qualche anno la mia famiglia si trasferì in altra località ma sempre vicino ai Trinitari. Qui conobbi tra gli altri anche Fr. Domenico Randolfi trinitario laico. Mi pregiavo della sua paterna amicizia ed ero affascinato dal suo modo di espletare le sue mansioni anche le più umili. Il seme l’aveva forse posto già in precedenza P. Alberto ma ora si concretizzava la volontà di entrare a far parte dell’ordine trinitario e di pormi a servizio anch’io nella forma laicale proprio come fra Domenico (volevo imitarlo!).

Che cosa ti ha attratto per farti trinitario?

In occasione della visita di Sua Santità Giovanni Paolo II nel Madagascar, i PP.Trinitari organizzarono per i propri aspiranti, postulanti, novizi e studenti un viaggio a Tananarivo per partecipare agli incontri durati 4 giorni con il Santo Padre. Grazie a P. Alberto mi fu concesso di partecipare a quegli incontri ma soprattutto per quattro giorni ebbi l’opportunità e il piacere di convivere e condividere a stretto contatto con quei giovani trinitari. Ero pieno di entusiasmo, sentivo dentro una soddisfazione nuova e senza ben avere la cognizione di quello che stava accadendo, mi sentivo diverso e pieno di fervore. Questo mi portò ad iscrivermi nella lista degli interessati alla vita religiosa trinitaria per cui durante il periodo estivo per circa un mese facevo vita comune con gli aspiranti nel collegio, ero felice e spensierato e il desiderio di far parte definitivamente della famiglia trinitaria era sempre più forte. Nell’agosto del 1993 durante le vacanze estivo varcai la porta della nuova casa di formazione di Ambatondrazaka per vestire finalmente l’abito dei trinitari e far parte della loro famiglia come figlio di S. Giovanni de Matha.

Che mansioni e ruoli hai svolto in passato e quali oggi?

Dal 2002 dopo la professione solenne dei voti sono stato mandato a Cerfroid per aiuto e collaborazione alla delegazione francese e ciò fino al 2004. In seguito il P. Generale pro tempore P. José Hernández mi chiamò a prestare servizio presso la Curia Generalizia in Roma. Tutt’oggi continuo a contribuire con la mia opera presso la comunità della curia generalizia (animazione liturgica, commissioni diverse, manutenzione della proprietà) e in particolare a disposizione del P. Generale come suo segretario personale per aiutarlo a svolgere la sua missione con efficacia, stando a suo fianco per intervenire a sua richiesta in qualunque necessità.

Finalmente, come incoraggeresti i giovani a perseverare nella chiamata che fa il Signore?

La chiamata del Signore è misteriosa e spesso inspiegabile. Non è rivolta a particolari categorie di uomini e donne (siano essi ricchi o poveri, dotati di grandi intelligenza o meno dotati). Il Signore nel suo misterioso disegno ha bisogno di tutti e spesso di persone che agli occhi nei più appaiono addirittura insignificanti.

La mia esperienza dall’inizio ad oggi è stata e resta semplicemente meravigliosa, ricca di esperienza e di conoscenze le più diverse. Da una isola quasi sperduta nell’oceano indiano per volere di Dio ho varcato i confini e sono giunto in Europa (Francia, Italia, Spagna, Polonia, Slovenia, etc.) ma soprattutto ho trovato una ricchezza interiore, ho imparato altre lingue ed è cambiato il mio rapporto con gli altri. Il dialogo è aperto e schietto grazie alla ricchezza spirituale acquisita. Un’ultima riflessione sul meraviglioso e ineguagliabile abito che indosso con piacere e fierezza e che senza dubbio sin dall’inizio è stato per me motivo di attrazione e di scelta trinitaria.

Dal 2002 dopo la professione solenne dei voti sono stato mandato a Cerfroid per aiuto e collaborazione alla delegazione francese e ciò fino al 2004. In seguito il P. Generale pro tempore P. José Hernández mi chiamò a prestare servizio presso la Curia Generalizia in Roma. Tutt’oggi continuo a contribuire con la mia opera presso la comunità della curia generalizia (animazione liturgica, commissioni diverse, manutenzione della proprietà) e in particolare a disposizione del P. Generale come suo segretario personale per aiutarlo a svolgere la sua missione con efficacia, stando a suo fianco per intervenire a sua richiesta in qualunque necessità.

Finalmente, come incoraggeresti i giovani a perseverare nella chiamata che fa il Signore?

La chiamata del Signore è misteriosa e spesso inspiegabile. Non è rivolta a particolari categorie di uomini e donne (siano essi ricchi o poveri, dotati di grandi intelligenza o meno dotati). Il Signore nel suo misterioso disegno ha bisogno di tutti e spesso di persone che agli occhi nei più appaiono addirittura insignificanti. La mia esperienza dall’inizio ad oggi è stata e resta semplicemente meravigliosa, ricca di esperienza e di conoscenze le più diverse. Da una isola quasi sperduta nell’oceano indiano per volere di Dio ho varcato i confini e sono giunto in Europa (Francia, Italia, Spagna, Polonia, Slovenia, etc.) ma soprattutto ho trovato una ricchezza interiore, ho imparato altre lingue ed è cambiato il mio rapporto con gli altri. Il dialogo è aperto e schietto grazie alla ricchezza spirituale acquisita. Un’ultima riflessione sul meraviglioso e ineguagliabile abito che indosso con piacere e fierezza e che senza dubbio sin dall’inizio è stato per me motivo di attrazione e di scelta trinitaria.