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Venosa e Bernalda, centri di eccellenza al servizio delle disabilità
Tomado de El Sole 24 ore. Lunedì 26 Settembre 2011 Focus Formazione, pag. 13
"Attività e corsi professionali preparano gli ospiti alla vita autonoma; l’Istituto è altresì registrato come organizzatore di eventi formativi Ecm per i sanitari".
Si fa presto a dire struttura di servizio. Si fa ancora prima a dire struttura di servizio all’uomo. Parlare di disabilità, però, con l’esperienza di 40 anni, con la voglia addirittura di raddoppiare le strutture esistenti a Venosa (il Centro di Riabilitazione e di Formazione Professionale dei Padri Trinitari) e realizzare una nuova struttura a Bernalda, in provincia di Matera, recentemente completata, non è da tutti.
Questi miracoli della quotidianità, compiuti con impegno e professionalità avvengono all’interno di una truttura articolata, l’Ente Ecclesiastico (Provincia Religiosa) denominato “Provincia della Natività della Beata Maria Vergine dell’Ordine SS. Trinità”: qui prendono vita, in sinergia, l’Istituto “Ada Ceschin Pilone”, Centro di riabilitazione dei Padri Trinitari, e il Centro di Formazione Professionale.
Il carisma di quest’ordine religioso, fondato nel Medio Evo dal francese Giovanni de Matha, ha scelto di essere al servizio delle nuove “prigionie” dell’uomo contemporaneo. Catene fisiche, ambientali, psichiche, spezzate da un intreccio di scelte e di interventi efficaci. Un cammino lungo, faticoso, ma ormai consolidato, che consente oggi ai padri e agli operatori che prestano il loro servizio nella struttura di affrontare le sfide che la nuova realtà realizzata nel materano è pronta ad accogliere, anche con un moderno centro per la cura dell’Alzheimer.
Quanto fatto dai Padri Trinitari va oltre la semplice realizzazione di una comunità, ma si allarga a esperienza di elevato livello nel settore sanitario: un presidio terapeutico modello, punto di riferimento nel complesso settore della diversità e della disabilità. “Ascoltare, accogliere, amare: questo lo stile dei Trinitari nel loro delicato compito di accompagnare le persone disabili verso una vita più indipendente possibile”, così si esprime padre Angelo Cipollone, il direttore di questa composita realtà. E non si creda che si tratti di uno slogan astratto.
La regione Basilicata può vantarsi di accogliere due centri di eccellenza che, in
diversi modi, oltre alle terapie tradizionali, hanno preceduto l’affermarsi di consolidate terapie oggi considerate insostituibili: l’ippoterapia, attività sportive ad ampio raggio, attività teatrali ed espressive diverse, fino alla costituzione di una banda musicale opportunamente chiamata “Banda no problem”, che hanno consentito ai “ragazzi” di essere vincenti protagonisti, valorizzando le proprie personali attitudini, capacità e possibilità.
Un Centro di Riabilitazione e di Formazione professionale con laboratori informatici, laboratori di lavorazione e manipolazione della ceramica, di falegnameria, di lavorazione del ferro, della pelle, di campi agricoli, ma soprattutto di un’affermata scuola di lavori a mosaico, vere opere d’arte che impreziosiscono la bellezza degli ambienti in cui vivono i “ragazzi”. “La bellezza come strumento terapeutico”, questa la scelta che ha mosso padre Angelo in questo lungo, fecondo, ininterrotto cammino.
A parlare sono i numeri: oltre 1.000 i “ragazzi” (così sono chiamati gli ospiti accolti nel tempo da questa nusuale realtà). A una presenza media di 140 ospiti residenziali e di 30 ospiti semiresidenziali, corrisponde sistematicamente una presenza attiva media di 140 operatori, cui aggiungere i giovani e le giovani del Servizio Civile, con punte massime raggiunte di 26 operatori. Un rapporto necessario, utile, efficace, consolidato in cui
operano ambulatori scientifici di medicina interna, cardiologia, odontoiatria, fisiatria cui si abbina un presidio medico permanente di consulenze neuropsicologiche e psicofarmacologiche.
Sia il Centro di Riabilitazione (rif. Organizzatore 6498) che il Centro di Formazione professionale (rif. Organizzatore 6357) sono registrati come organizzatori di eventi formativi Ecm. Va inoltre ricordato che l’ambito della formazione professionale svolta presso il Centro si esplica in corsi specificamente orientati alle professioni sanitarie, nei settori: Qualità, Sicurezza, Ambiente, Riabilitazione, Animazione Socioculturale.
Il centro accoglie coloro che portano in sé i segni del disagio: fisico, inteso come impossibilità a utilizzare il corpo nella sua totalità per la perdita congenita o acquisita della funzionalità di alcune parti di esso; psicofisico, inteso come interferenza dello psichico sul somatico e viceversa che determina difficoltà relazionali nelle esperienze di vita; comportamentale, inteso come risultato di eventi che hanno spezzato la costruzione della
personalità, inducendo l’interiorizzazione di modelli deformati di progettualità di vita.
Le attività vengono svolte sia in regime residenziale, ospitando a tempo pieno i
ragazzi provenienti da comuni con distanza ragguardevole dalla sede dell’Istituto, che con dayhospital, nel caso di ragazzi provenienti da comuni posti nelle vicinanze
dell’Istituto. Gli interventi nei confronti dei ragazzi possono essere sia riabilitativi (fisioterapia, neuropsicomotricità, logoterapia, terapia occupazionale, ippoterapia) che socio educativo: si va dalle attività socializzanti, all’arte terapia, allo sport. Fondamentale è che sia singolarmente che in gruppo, i ragazzi svolgono attività finalizzate a renderli autonomi nelle relazioni sociali, sulla base di progetti predisposti dagli educatori dell’Istituto.
“Obiettivo mirato – spiega Franco Deramo, papà di Salvatore - è quello di permettere alle persone con disabilità di ottenere e conservare la massima autonomia, la piena abilità fisica, mentale e professionale, e giungere alla piena inclusione e partecipazione in tutti gli ambiti della vita. Questa è una struttura vissuta come casa, come centro di accoglienza e di convivenza familiare in cui la dimensione collettiva sostiene lo sforzo e il cammino del singolo che dallo ‘stare insieme’ riceve aiuto, sostegno e mutuo soccorso”. Come ben precisato nel documento relativo alla Politica per la qualità, si tratta della: “Ricerca della massima qualità possibile di vita, che si ottiene promuovendo le capacità dell’ospite di ‘partecipare – decidere – apprendere – fare esperienze’ e valorizzando le sue effettive possibilità di fare attività, sia in autonomia che in collaborazione con altri, per mezzo di interventi educativi e occupazionali, attraverso la presa in carico globale, così come indicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità con l’emanazione dell’Icf – International Classification of Functioning, Disability and Health”.
L’attenzione al benessere fisico, mentale e sociale delle persone ospiti dell’Istituto dei Padri Trinitari di Venosa è sempre stata al centro delle riflessioni intorno al tipo di interventi da pianificare e agli obiettivi da realizzare a favore di questi “ragazzi”, che a volte, analizzando specifiche dimensioni sociali e politiche, le ricadute delle loro scelte, sono più oggetto di attenzione che soggetti, e protagonisti di vera crescita umana, psichica e sociale.
Qui sono accolti dalla Basilicata, dalla Puglia, dalla Campania, dal Lazio, dalla Calabria. “Mettere i ragazzi a proprio agio, dare loro strumenti giusti di comunicazione, avere sconfinata fiducia nelle loro potenzialità, essere a loro fianco per incoraggiarli, porsi come cassa di risonanza della loro creatività, desiderare il loro bene e quello delle loro famiglie, questo è quello che i padri e gli operatori compiono ogni giorno”, conclude Franco Deramo.