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antichi borghi dimenticati

Il borgo di Rocchetta, in una delle vallate più recondite della provincia di Ascoli Piceno, nel distretto chiamato “Appennino Perduto” domina dalla posizione panoramica su castagneti e boschi misti della valle del Tronto e vanta una storia recente particolare e un auspicabile promettente avvenire. Il villaggio, di origini molto antiche (i primi documenti che ne attestano la presenza risalgono al 1255), si sviluppa in verticale su terrazzamenti naturali di arenaria: alcune case si aggrappano alla parete verticale della roccia come elemento portante dell’edificio. Qui il confine tra strutture architettoniche e natura sembra venire meno e il borgo si incastona perfettamente nel paesaggio in un esempio di assoluta armonia. Nel 1977 il borgo viene totalmente abbandonato poiché isolato e quindi ormai scomodo per l’odierno stile di vita. Oggi, grazie alla spinta degli enti locali e di una società privata in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, è iniziato il recupero di Rocchetta in forma di albergo diffuso. L’opera di ristrutturazione del borgo si pone la sfida di mantenere le forme architettoniche originali e nel contempo permettere di accogliere ospiti interessati a riscoprire il sapore dei tempi antichi e il valore della semplicità.

Rocchetta

Alle porte del Parco Sasso Simone e Simoncello, nella Provincia di Pesaro Urbino, si erge il borgo di Pietrarubbia che volge il volto all’omonimo Castello incastonato nella roccia, il più antico del Montefeltro ed esistente già nel V secolo. Il piccolo agglomerato urbano è sospeso su uno sperone di conglomerati che al tramonto virano al colore rosso. Alla tonalità di queste rocce ... si deve il nome del borgo derivante dal latino "petra rubea". Il paese di Pietrarubbia è stata sottratto all’incuria del tempo e recentemente ristrutturato e accoglie il Centro per il Trattamento Artistico dei Metalli voluto dall’artista Arnaldo Pomodoro. Oltre al palazzo gentilizio che ospita la mostra permanente del Centro TAM, qui incontriamo un pugno di case, la deliziosa chiesa di San Silvestro che ospita due sculture di Arnaldo Pomodoro, il palazzo del vicariato che ospitava una struttura ricettiva non più attiva, la torre campanaria e l’ultimo dei torrioni del castello ancora esistenti che domina il bordo dalla sommità del masso di conglomerati.

Pietrarubbia

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