Atti di
appropriazione
svelati
—
Coco Young
2
H. Plessner, La condizione Umana, tr. It. Di
G. Mann e A. Hauss, in ID. Propilei, Grande Storia
universale, vol. I Milano, Mondadori, 1967, p. 33.
tione della prospettiva e dello spionaggio (a
partire dal classico artistico della finestra)
così come ancora emergono dall’opera Ciao!
Manhattan, dove lo spionaggio fornisce una
doppia prospettive del quartiere, con una
relazione economica: coloro che vivono nel
quartiere e coloro che ci lavorano.
Par Sonia D’Alto
Il lavoro di Coco Young prevede
un’operazione analitica riservata, bisognosa di tangibilità ma quasi impalpabile, come
una traccia sulla neve che svela sommessamente il passaggio di qualcuno o qualcosa.
E’ un atto di appropriazione svelato. Bisogna essere cauti, e procedere per gradi, a
partire dalla natura.
Donna Haraway scrive: “La natura è
qualcosa per cui non possiamo farne a meno
ma che non possiamo mai avere”1. Natura-Cultura: tale polarità – e luogo comune-si
pone, non senza ironia, nell’approccio analitico che caratterizza il metodo di lavoro
dell’artista, rivolto all’esplorazione della
percezione. Dalla rivoluzione darwiniana
emerge che l’uomo è innanzitutto un corpo immerso in uno spazio ambiente. Come
analizzare tale processo? Il corpo candido
e discreto di Coco Young si pone verso la
natura con un approccio puramente investigativo. La visione è generata dal distacco
e dal nascondimento voyeuristico, secondo
uno spionaggio artistico diretto verso i processi generativi della realtà, verso i processi
percettivi e finanche verso il caso e gli effetti
che esso produce. Non senza ragione, l’ultima opera, Times Square, è una video-installazione volta alla produzione di esperienza:
la finalità è quella di creare un environment,
giocando con il binomio percettivo-investigativo, sfruttando la finestra, l’edifico, la
visione, il video. Anche nell’opera sulle
carceri, MDR o Baumettes, ritorna la ques1
Donna Haraway, The Promises of Monsters:
A Regenerative Politics for Inappropriate/d Other eds.,
Cultural Studies, Routledge, New York, 1992, p. 296,
(la trad.è mia).
L’artista affronta anche la questione
dell’utente tecnologico. Dal video Seven
Steps risulta una percezione oscillante tra
lo smembramento dell’inganno ottico e
virtuale dello schermo (milioni di beats
data elettronici matematici) e i suggerimenti colmi di humour su come rilassarsi
e avvicinarsi alla natura, attraverso una serie d’istruzioni. Extra Verfremdungseffekt
generato dall’HD, iperrealismo, virtuale:
spianati dal gesto e dalla percezione ad essi
associati. Sono effetti visibili in Seven Steps
ma anche nel video Zoo York, dove l’esplorazione in prospettiva psicologica procede
per appropriazione: materiale “rubato” da
internet, riuso di immagini. Indicativa, in
questo senso, è l’opera Louise Lawler, Adjusted lavoro che si compone come appropriazione dell’appropriazione; la materia
prima di tale lavoro sprigiona un’artificialità irruente. Il procedimento artistico di
Coco risulta conforme a una “Rinascenza”
del materiale, della matrice originaria su cui
l’artista va ad agire, e tuttavia dimostra nei
contenuti un romanticismo contemporaneo:
la coscienza dell’uomo moderno di essere
estraneo alla natura, di essere in un altro
luogo (Antropocene-Capitalocene) e, nonostante, sentire ostinatamente il bisogno
romantico di rivolgersi ad essa, culminante
nella sfera comportamentale.
Helmuth Plessner nota come l’uomo
sia il curioso “incastro di meccanismi di
comportamento filogeneticamente adattati
e di meccanismi di comportamento individualmente modificabili”2. L’opera Lucky
Pennies si propone come un alfabeto della
chance, un catalogo di oggetti estratti dalla
borsa o dalla strada e composti secondo un
SOUTH
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