CLIMA IMPIANTI_Novembre 2025 | Page 32

IMPIANTI FRIGORIFERI • RECUPERO TERMICO
Se osserviamo la figura 5 relativa al ciclo termodinamico dell’ R32, noteremo che questo gas, oltre ad essere privo di cloro, ovvero a non provocare danni all’ ozono, è caratterizzato da un GWP pari a 650, ovvero inferiore del 68 % rispetto all’ R410a, che fino a quel momento era il gas presente nella( quasi) totalità dei climatizzatori d’ aria ad uso residenziale e commerciale, e che ha un GWP pari a 2.088. A questo vantaggio, già di per sé rilevante, se ne aggiungono inoltre altri due:
- il primo è che l’ R32 consente di utilizzare una minor carica, ovvero che abbiamo bisogno di meno gas a bordo unità per ottenere gli stessi rendimenti;- il secondo è che ha un ciclo termodinamico più efficiente mantenendo comunque pressioni di lavoro quasi uguali a quelle dell’ R410a. Sintetizzando quindi l’ R32 è più efficiente e molto meno dannoso sull’ ambiente.
UN INVITO AI PROGETTISTI L’ obiettivo di questo articolo è quello di fornire le condizioni minime necessarie per tracciare facilmente un ciclo frigorifero sul diagramma entalpico dei fluidi refrigeranti, non solo per valutare eventuali recuperi di energia ma anche per verificare la bontà dell’ impianto frigorifero stesso. Un presupposto fondamentale da non dimenticare é che il punto debole di un qualsiasi impianto tipo a recupero di energia è costituito dalla contemporaneità dell’ effetto frigorifero con lo smaltimento del calore di condensazione. Questa condizione purtroppo non sempre può verificarsi. Vorremmo concludere invitando i progettisti, magari sul prossimo gruppo frigorifero da collaudare, ad effettuare i rilievi dei parametri necessari a tracciare il ciclo sul diagramma entalpico relativo al fluido refrigerante in esame. Gli stessi rilievi potrebbero essere ampliati anche alla temperatura dell’ aria e / o dell’ acqua, agli assorbimenti elettrici delle apparecchiature, alla temperatura di sbrinamento, fornendo un quadro completo per un bilancio energetico. Magari dopo l’ elaborazione dei dati si scopre che la quantità di energia dissipata nella fase di desurriscaldamento copriva abbondantemente la richiesta di energia necessaria al funzionamento del postriscaldamento della centrale di trattamento aria o dei terminali, oppure era possibile accumulare un certo quantitativo di acqua calda per usi igienico-sanitari.
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