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IL DIFETTO PIÙ MACROSCOPICO CHE SI PUÒ AVERE IN UNA PROGETTAZIONE È IL SOVRADIMENSIONAMENTO DI QUALSIASI TIPO DI MACCHINARIO, A PARTIRE DALLE CALDAIE, DAI GRUPPI REFRIGERATORI ALLE POMPE a buttare via delle caldaie nuove e sostituirle con sistemi ibridi pur avendo quelle caldaie sostituite ancora a volte quindici anni di vita utile davanti. È stato sprecato un fiume di denaro in questo modo”.
INTERVISTA • ALBERTO CANAVESE
Quale dovrebbe essere l’ elemento qualificante che manca oggi?“ Il difetto più macroscopico che si può avere in una progettazione è il sovradimensionamento di qualsiasi tipo di macchinario, a partire dalle caldaie, dai gruppi refrigeratori alle pompe e magari alla non dotazione sugli stessi di sistemi di regolazione adeguati, vedasi inverter e comunque comandi di tipo modulante. Superbonus e incentivi in genere hanno a mio avviso drogato in modo inadeguato il mercato, provocando una lievitazione dei prezzi che si è protratta poi anche dopo”.
Prezzi drogati dalla“ gratuità”?“ Sicuramente correlati al fatto che il vero soggetto pagante con un incentivo del 110 % era lo Stato, ma soprattutto prezzi che non solo sono aumentati, ma sono rimasti alti! E non dimentichiamo che ci sono stati settori in cui l’ incentivazione era totalmente priva di controllo come il bonus facciate”.
E quando sono mancati gli incentivi, prezzi alti e scarsa disponibilità a sostenere i costi in proprio da parte del cliente hanno provocato una contrazione forte del mercato …“ Una contrazione davvero impressionante, che ha messo in crisi chi era“ cresciuto” con l’ incentivo. Inoltre, l’ incentivo vincolato all’ uso di determinati prodotti come la pompa di calore ha messo in discussione la scelta appropriata della fonte di raffrescamento e riscaldamento, portando ad utilizzare questa tecnologia indipendentemente da una valutazione di progetto che la“ scegliesse” come opportuna per il contesto e l’ applicazione, producendo a mio avviso una forzatura”.
Come si è manifestata questa forzatura?“ Nello spreco di materiali: la smania di sostituire ottenendo il beneficio fiscale ha portato letteralmente
IL DIFETTO PIÙ MACROSCOPICO CHE SI PUÒ AVERE IN UNA PROGETTAZIONE È IL SOVRADIMENSIONAMENTO DI QUALSIASI TIPO DI MACCHINARIO, A PARTIRE DALLE CALDAIE, DAI GRUPPI REFRIGERATORI ALLE POMPE a buttare via delle caldaie nuove e sostituirle con sistemi ibridi pur avendo quelle caldaie sostituite ancora a volte quindici anni di vita utile davanti. È stato sprecato un fiume di denaro in questo modo”.
Che cosa si sarebbe dovuto fare o che cosa si dovrebbe fare se si riaprisse la questione?“ Innanzitutto, se la finalità è la riqualificazione e il contenimento della spesa per il comfort e dell’ inquinamento, indirizzare l’ investimento in altri ambiti, meno al privato e più verso azioni sul patrimonio immobiliare pubblico, come ad esempio le scuole, dove ci sono problematiche abnormi, sia di inefficienza sia di carenza dal punto di vista normativo.“ Il Superbonus ha aiutato chi già aveva risorse e ha potuto muoversi rapidamente per avviare i lavori, mentre non ne hanno beneficiato le categorie che ne sarebbero dovute essere destinatarie, come quelle meno abbienti, perché più soggette al rischio di povertà energetica a cui la transizione deve porre rimedio con un contenimento dei costi, ma qui torniamo al problema iniziale, quello della mancanza di una progettazione mirata a contenere investimenti iniziali e consumi nel tempo”.
E tutto questo ha provocato conseguenze rilevanti nell’ esecuzione dei lavori?“ Estremamente rilevanti: a quello che ho potuto vedere, la qualità media dei lavori è stata bassa. I cappotti termici ne sono stati un esempio lampante: intonaci realizzati da professionisti dell’ ultima ora, improvvisati, un uso smodato di coibentanti non naturali, poliuretani, polistirene che hanno una valenza dal punto di vista green estremamente contraddittoria(“ sopravvivono” all’ edificio) e innescano oltretutto problematiche che cominciano a essere molto sentite dal punto di vista della prevenzione incendi, perché aumentano il rischio di incendio in un edificio, soprattutto se questo ha un’ altezza ragguardevole.“ Questo è un punto molto delicato che si unisce ad un altro strettamente connesso alla funzionalità: la rete elettrica è in grado di reggere questa ulteriore richiesta? Non possiamo chiudere gli occhi davanti al rischio che l’ aumento degli allacci alla rete esistente propone. Ci sono stati blackout anni addietro, c’ è stata la recente vicenda in Spagna e Portogallio: la rete ha già dimostrato di essere vulnerabile e più metto apparecchiature alimentate dall’ energia elettrica più rischio di far collassare la rete”.
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