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its • hvac menti molto superiori rispetto ai generatori tradizionali e contribuiscono a ridurre significativamente il fabbisogno di energia primaria. La loro diffusione è incentivata non solo per ragioni ambientali, ma anche per la compatibilità con le reti elettriche decarbonizzate e con l’ autoproduzione da fotovoltaico. Tuttavia, l’ adozione di pompe di calore non è sempre immediata: in molti edifici esistenti( specie nei centri storici o nei condomìni datati) le caratteristiche dell’ involucro edilizio o degli impianti( es. tipologia dei terminali di emissione, temperature di mandata elevate) non consentono il funzionamento ottimale in regime esclusivamente elettrico. È in questi contesti che i sistemi ibridi si rivelano una soluzione strategica.
Il binomio pompa di calore-fotovoltaico: in che modo impatta sulla riduzione dell’ energia primaria e delle emissioni?
Il calcolo dell’ energia primaria si effettua per ciascun servizio, ai sensi della specifica tecnica UNI / TS 11300-5, come un bilancio tra l’ energia consegnata( in ingresso ai sistemi di generazione) dai singoli vettori energetici e l’ energia elettrica esportata( immessa in rete) da cogenerazione o da fotovoltaico, previa moltiplicazione per i rispettivi fattori di conversione in energia primaria. Questi ultimi, definiti dal D. M. 26.06.15, si differenziano in tre tipologie, a seconda che si riferiscano all’ energia primaria rinnovabile, non rinnovabile e totale. L’ abbinamento della pompa di calore al fotovoltaico consente dunque molteplici vantaggi:
• l’ utilizzo del vettore energia elettrica( f p, ren
= 0,47; f p, nren = 1,95; f p, tot
= 2,42; f em, CO2
= 0,46 kg / kWh), contraddistinto da una buona disponibilità e flessibilità;
• un incremento dell’ efficienza di generazione( minimizzando, a parità di energia resa, i consumi primari e le emissioni in atmosfera)
• la riduzione dei prelievi elettrici da rete, grazie al contributo dell’ energia autoprodotta( quest’ ultima caratterizzata da un impatto nullo, dal punto di vista dell’ energia primaria non rinnovabile e delle emissioni).
I SISTEMI IBRIDI: VERSATILITÀ AL SERVIZIO DELLA TRANSIZIONE Un sistema ibrido integra una pompa di calore con un generatore a combustibile fossile, in genere una caldaia a condensazione, permettendo una gestione ottimizzata dei carichi termici. Grazie a logiche di controllo evolute, il sistema può scegliere di utilizzare la fonte più efficiente in base alla temperatura esterna, al carico termico richiesto o alla disponibilità di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il principio di funzionamento dà priorità alla pompa di calore quando le condizioni di efficienza sono favorevoli, riducendo così i consumi di gas e massimizzando l’ apporto da energia rinnovabile. In condizioni particolarmente gravose o in caso di richiesta di temperature elevate, la caldaia interviene per garantire il comfort e il soddisfacimento del fabbisogno. Questa configurazione garantisce:
• flessibilità nell’ uso dell’ impianto, anche in climi rigidi;
• continuità del comfort termico;
• riduzione dei consumi di gas e delle emissioni;
• maggiore efficienza stagionale e minore impatto ambientale.
La scelta dei sistemi ibridi: quali sono le principali tipologie?
È importante evidenziare che sul mercato esistono diverse configurazioni di sistemi ibridi, ognuna adatta a contesti specifici. Le principali sono:
• ibrido in serie( bivalente alternativo): la pompa di calore lavora fino a una temperatura limite, sotto tale soglia subentra la caldaia;
• ibrido in parallelo( bivalente simultaneo): entrambe le fonti operano contemporaneamente, secondo un bilanciamento ottimizzato;
• ibrido integrato compatto: un unico modulo racchiude caldaia, pompa di calore e accumulo, ideale per spazi ridotti;
• ibrido intelligente( smart hybrid): integra algoritmi predittivi, domotica, ottimizzazione basata su prezzi dinamici o autoconsumo da fotovoltaico.
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