SMART CITY E SMART LAND
Recentemente i Ministeri competenti si sono
interessati a questo progetto, mettendo a
legge di stabilità, e quindi finanziando, alcuni
di questi recuperi, per cui c’è un cauto ot-
timismo per i prossimi anni, durante i quali
altre linee inutilizzate dovrebbero “rinascere”
per altri usi.
Durante il suo discorso, la responsabile di
RFI ha colto l’occasione per presentare il
volume Stazioni impresenziate. Un riuso so-
ciale del patrimonio ferroviario, nel quale si
racconta il riutilizzo di 88 immobili di proprie-
tà delle Ferrovie situati nella quasi totalità del
territorio nazionale (18 regioni), che posso-
no essere da esempio per tante situazioni di
abbandono del patrimonio immobiliare che
spesso si verificano nel nostro Paese.
Roberto Reggi, invece, ha illustrato l’attività
dell’Agenzia del Demanio e del suo gruppo
di lavoro per la valorizzazione di un patrimo-
nio di circa 43mila beni del valore di oltre 60
miliardi di euro. Di questi beni, due terzi sono
di uso governativo e rappresentano il 96%
del valore totale, mentre la parte restante
è costituita da un patrimonio “non strategi-
co” (4% del valore globale), ossia immobili,
quantificabili in circa 13mila unità, di scarsis-
simo valore unitario che in molti casi sono
in stato di abbandono: l’obiettivo è proprio
quello di recuperarli per la pubblica utilità e
di dare loro un valore economico. Ci si è resi
conto, infatti, che non sarebbe stato conve-
niente per lo Stato utilizzare questo patrimo-
nio per ricavare direttamente denaro attra-
verso la vendita. Secondo le stime, il valore
totale di questi beni “non strategici” si aggira
intorno ai 3 miliardi di euro, a fronte di un
debito pubblico statale di 2300 miliardi. Si
è scelto quindi di privilegiare il valore sociale
rispetto a quello economico.
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