ARTICOLI
33
un grande ergonomo ante litteram come
Adriano Olivetti”.
Olivetti? “Sì. Imprenditore, intellettuale,
urbanista ed editore, fu tra i primi a capire
che le logiche ed i successi dell’impresa
non possono prescindere dalla centralità
della persona (human factor), dimostrando
che un’adeguata ed efficiente progettualità
aziendale (tecnica ed organizzativa) può
coniugare benessere, sicurezza e successo
produttivo”.
Attualmente la SIE è articolata in Sezioni
territoriali, impegnate a diffondere l’impor-
tanza dell’approccio culturale ed operativo
dell’ergonomia sia in ambito aziendale che
attraverso il coinvolgimento delle istitu-
zioni locali come Università, Regione, ASL.
“L’ultima iniziativa in tal senso – ricorda
Paola Cenni – è stata lo scorso 7 febbraio,
quando insieme al CRIT abbiamo organiz-
zato una giornata dedicata al tema della
cultura e tecnica ergonomica a supporto
della progettazione”.
Ergonomia e progettazione
Ma perché è utile coinvolgere un ergo-
nomo all’interno di un team progettuale?
“Si possono ottenere benefici interessanti
a diversi livelli: intanto un miglior benessere
psicofisico e una maggiore soddisfazione
lavorativa; poi ci sono gli aspetti collegati
alla prevenzione dei rischi per la salute
derivanti da sovraccarico biomeccanico,
problemi posturali, carico mentale. E poi
la progettazione di interfacce compatibili
fra uomo-macchina-attrezzature (ergo-
nomia cognitiva) può favorire percezione ed
elaborazione mentale di input da tradurre
in gesti lavorativi da compiere in sicurezza.
Una formazione ergonomica adeguata e
moderna, destinata a ingegneri e designer,
rappresenta inoltre un beneficio per il supe-
ramento di una cultura aziendale che, se
valuta naturale assolvere gli adempimenti di
legge, nutre ancora dubbi e chiede giusti-
ficazioni per applicare i principi dell’ergo-
nomia (ritenendola prevalentemente un
costo aggiuntivo)”.