FEATURES
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PASQUALE CAPEZZUTO
Energy manager Comune di Bari e responsabile progetto Smart City
e Res Novae
LORENZO BENUSSI
Consulente Topix Piemonte e MIUR in materia di innovazione
e open data
abbia voglia di continuare a vivere, crescere,
condividere la propria esistenza con gli altri.
La città intelligente è tale solo se è il risultato
di una somma di intelligenze umane, di
consapevolezze, di rispetto e di adesione
spontanea a comportamenti nuovi. La città
che si evolve, esattamente come le persone,
modifica in meglio le abitudini che rischiano di
danneggiarla; e le abitudini di una collettività
[come ci ha brillantemente illustrato il saggio
del premio Pulitzer Charles Duhigg] sono
ben più difficili da cambiare di quelle dei
singoli. Per farlo occorrono direttive chiare
e mezzi molto spesso non convenzionali.
Se provassimo a sintetizzare le doti di un
management urbano in grado di condurre
le città verso il futuro il risultato sarebbe una
felice combinazione di visione, determinazione,
creatività, responsabilità sociale, economica e
ambientale.
Oggi il grande cambiamento è la domanda
proveniente dal basso: solo pochi anni
fa, un’esigua minoranza di cittadini italiani
avrebbe risposto anche solo con incertezza
alla domanda “che cos’è una smart city”. Ma
dal 2012 – complici anche i bandi nazionali
del MIUR di Profumo che hanno riportato nel
dibattito di aziende e amministrazioni termini
quali innovazione, ricerca, sperimentazione
– pur con visioni confuse, le persone hanno
iniziato ad aspettarsi l’ingresso della tecnologia
nella propria vita da cittadini. E l’aspettativa
è indiscutibilmente migliorativa. Dall’originario
manipolo di valorosi appassionati di rete,
computer e informatica, l’attesa dell’evoluzione
urbana ha dilagato come un’elettrizzante
pandemia.
Mentre il mercato si attiva e propone prodotti e
servizi ad alto tasso di innovazione e tecnologia
(tutti accompagnati da slogan di efficienza
e controllo), mentre gli attori finanziari vivono
lotte intestine alla ricerca della conciliazione tra
garanzie tradizionali e la necessità di mantenere
il proprio ruolo di intermediari anche in questo
complesso H]]]