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CITY LIFE MAGAZINE N.11
LAURA CASTELLETTI
Vicesindaco e Assessore alla Cultura Creatività e Innovazione
del Comune di Brescia
MAURIZIO MELIS
Giornalista e conduttore della trasmissione Smart City su Radio 24,
Il sole 24 Ore
A distanza di anni, e grazie a una spinta
internazionale al contenimento del consumo
di risorse e al tentativo di regolamentare
congreghe abitative sempre più massificate,
la smart city è oggi una definizione labile,
che ogni città si cuce addosso secondo le
proprie priorità. O meglio: secondo indirizzi
stabiliti dai vertici amministrativi, su cui
ricadono e si combinano fattori complessi e
non sempre nettamente distinguibili, come
la qualità del territorio, i poteri industriali, il
grado di consapevolezza e di richieste che
l’amministrazione è disposta a raccogliere dai
propri cittadini.
Se la socialità 2.0 ha trovato nelle dinamiche
dei grandi colossi di internet, come Facebook
e Hi5, una sorta di standard relazionale, lo
stesso non si può dire per il modello urbano
più adeguato a sostenere la crescita che
attende le città nei prossimi decenni. Certo:
l’intervento tecnologico è immediato e spesso
di natura economica: la sostituzione degli
impianti di illuminazione pubblica, ad esempio,
è uno step ormai praticamente dovuto per
entrare nel novero delle smart cities, così
come l’applicazione di tecnologie complesse
e dialoganti in settori quali l’energia, la mobilità,
la virtualizzazione delle procedure burocratiche.
Complici anche stanziamenti pubblici e
capitoli internazionali di investimento tramite
bando, gli amministratori delle città oggi si
alleano, compongono progetti ambiziosi,
sovraintendono a dimostratori con un alto
grado di replicabilità e applicazione in contesti
e scenari complessi. In cordata con grandi
aziende e realtà operative sul territorio urbano,
testano concretamente il loro modello di città
nel tentativo di creare occupazione, efficienza,
economia.
A pochi anni dalla teorizzazione di una città
del futuro, le città si sono trasformate in
laboratorio e si sono messe in gioco con le
risorse e le forze che sono riuscite a reperire
per dimostrare, in prima istanza a sé stesse,
che il cambiamento non solo è possibile ma ha
un valore concretamente misurabile. Nessuno
può più mettere in discussione che il percorso
verso la smart city sia concreto e reale. Non
solo: attraverso la sollecitazione (e l’ambizione)
di nuovi mercati, le città fanno rete attraverso il
confronto e la replicabilità.
Resta solo un aspetto da chiarire. Ed è quello
che fa della città ciò che deve essere: un
luogo per il futuro dei suoi abitanti, dove si