City Life Magazine 08 | Page 16

16 CITY LIFE MAGAZINE N.8 Sulla gestione dei rifiuti un grosso problema riguarda il criterio di pagamento: su una produzione collettiva, come individuare la responsabilità del singolo utente? In linea di massima dovrebbe vigere il principio di “chi inquina paga”. Tuttavia, soprattutto in una fase di crisi prolungata come quella che stiamo vivendo, una simile impostazione potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, dal momento che non c’è consumo che non comporti, in modo più o meno diretto, una qualche forma di inquinamento; perciò se facciamo pagare di più il consumo si potrebbe penalizzare la debole ripresa. “In questo caso gioca un ruolo fondamentale la consapevolezza e la maturità dell’utente: non si tratta di consumare meno ma in modo più attento. Quello che si chiede al consumatore medio italiano che, a ben vedere, è primo fruitore della bellezza paesaggistica del proprio Paese e della relativa salubrità – e che dunque ne dovrebbe avere il massimo interesse tutelativo – è quello di sostenere una spesa accessoria, incorporata nel prezzo del bene acquistato. Si tratta di un piccolo contributo, pochi punti percentuali del prezzo base, ma dal grande valore ambientale, effettuato nell’interesse di chi consuma, ma anche e soprattutto per le generazioni che verranno, poiché nel settore ambientale gli investimenti di oggi, specie se promossi dall’iniziativa dei singoli, si ricompongono a livello macro nella generazione successiva. In questa sorta di passaggio del testimone intergenerazionale si invita l’utenza alla responsabilità per i decenni futuri, ma partendo sin da subito, in quanto non si dispone più né di tempo, né di alibi: se vogliamo tutelare noi stessi, dobbiamo preservare l’ambiente in cui viviamo. Pertanto, nei consumi altamente inquinanti, ad esempio le gomme dell’automobile, viene apposto una sorta di tassa per l’ambiente ripartita fra il consumatore e la casa produttrice. L’operazione, oltre ai fini già detti, consente di perseguire un altro punto importantissimo e cioè la tracciabilità del bene divenuto rifiuto, per tutta la lunghezza della filiera, al fine di consentire la tempestiva ed esatta paternità dello stesso, senza