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mancato preavviso), essendo il licenziamento immediatamente esecutivo. Durante l’arco temporale del preavviso, al lavoratore è assicurata la normale retribuzione, assieme al resto dei benefit previsti dal contratto e indipendentemente dal fatto che esso risulti assente dal lavoro, in malattia o in ferie nel corso del periodo di preavviso. È prevista l’erogazione dell’indennità di mancato preavviso. Alcuni contratti di lavoro prevedono in modo esplicito tale possibilità che, fino all’importo di 30mila sterline (circa 35mila euro), risulta esentasse. Il licenziamento senza alcun preavviso per colpa del datore di lavoro costituisce una procedura scorretta e prevede pertanto un risarcimento al lavoratore il quale può ricorrere al Tribunale del lavoro entro tre mesi dalla data di cessazione forzata del rapporto di lavoro, dietro presentazione di apposita istanza motivata. Nel caso di accoglimento della richiesta, il tribunale può obbligare il datore di lavoro all’immediato reintegro, anche se nella maggior parte dei casi si provvede alla compensazione fino ad un importo non superiore alle 68.400 sterline (circa 80mila euro) 14 . Per quanto riguarda la tutela risarcitoria va detto che niente è dovuto al lavoratore nel caso in cui l’interruzione del rapporto sia dovuta alla sua condotta, mentre invece qualora egli sia in esubero ha diritto ad un’indennità calcolata sul periodo ininterrotto di lavoro presso l’azienda. È previsto inoltre che siano legittimati a ricorrere contro l’interruzione del rapporto ritenuta illegittima soltanto i dipendenti che prestino ininterrottamente la loro attività presso lo stesso datore di lavoro da almeno un anno; questo limite non trova però applicazione se il licenziamento è dovuto a motivi sindacali, familiari, di salute o maternità. Coloro che rientrano nelle categorie ammesse all’impugnazione possono rivolgersi al Tribunale del lavoro o ai tribunali civili. Mentre il Tribunale decide se il ricorso è fondato, il lavoratore può nominare un rappresentante in sede di udienza; invece il datore di lavoro deve dimostrare che la ragioni del licenziamento sono idonee a giustificare la cessazione del rapporto di lavoro. Se il Tribunale ritiene invalido il licenziamento può ordinare all’imprenditore o il reintegro o la riassunzione. Nel primo caso egli dovrà non solo pagare una somma di denaro, ma anche ripristinare alcuni diritti e privilegi a partire da una certa data. Se invece viene ordinata la riassunzione occorre specificarne i termini, compresa la somma che il datore deve pagare e i diritti e privilegi che il lavoratore deve riguadagnare. Se il datore di lavoro si rende inottemperante a tali prescrizioni viene condannato al pagamento di una somma compresa fra le 25 e le 52 settimane di retribuzione. Va detto comunque che nonostante il reintegro e la riassunzione siano, almeno a livello teorico, il rimedio da percorrere in via prioritaria, molto spesso accade che i giudici preferiscano condannare al pagamento di una somma di denaro piuttosto alta e che viene ulteriormente incrementata qualora il datore di lavoro non abbia rispettato la procedura prescritta dal giudice. Il reintegro esiste infatti in teoria ma il datore di lavoro può rifiutarlo pagando un compenso aggiuntivo. L'indennità risarcitoria può essere pari al massimo a 90mila euro. Un dipendente può chiedere il risarcimento del danno per la perdita del lavoro purché abbia almeno un anno di servizio ininterrotto: la misura dell'indennizzo varierà a seconda della lunghezza del periodo di lavoro. SPAGNA In caso di licenziamento per motivi obiettivi, il datore di lavoro è tenuto a rispettare un preavviso di 15 giorni che prende effetto a partire dalla notifica del licenziamento al lavoratore. Nel periodo di preavviso, il lavoratore ha diritto a un permesso retribuito di sei ore settimanali per la ricerca di un nuovo lavoro. 14 “Individual Dismissals Across Europe”, Ius Laboris, 2011. Benchmarking sulla flessibilità in uscita in Europa pag.48