il risarcimento dei danni per i licenziamenti illegittimi dovrebbe essere ridotto ed ancora
in maggior misura per le piccole imprese;
i criteri per ottenere dal giudice una dichiarazione di nullità del licenziamento
dovrebbero essere più stretti ed in particolare verrebbe allentato l’obbligo per il datore
di lavoro di cercare per il dipendente un’alternativa all’interno dell’impresa.
Le proposte sono state aspramente criticate dai sindacati svedesi, che hanno chiesto al
Governo di non approvare le modifiche. Essi ritengono, infatti che indebolirebbero fortemente
le posizioni dei dipendenti ingiustamente licenziati e potrebbero portare ad una riduzione
dell’occupazione.
Le misure proposte dalla Commissione di inchiesta governativa appaiono rispondere alle
sollecitazioni dell’OCSE, che ha chiesto di ridurre la distanza nella legislazione per la protezione
dell’occupazione tra contratti a termine e permanenti. Questo dovrebbe essere fatto, secondo
l’ultimo sondaggio sul paese, riducendo la tutela per i contratti a tempo indeterminato. In caso
contrario l’OCSE prevede per la Svezia una progressiva crescita del dualismo del mercato con
una maggiore incidenza dei contratti temporanei per i soggetti più deboli e meno integrabili,
come i giovani con un basso tasso di istruzione e gli extracomunitari, che si troverebbero
intrappolati nella precarietà. L’OCSE ha sollecitato, quindi, di eliminare la priorità data ai
lavoratori già licenziati nella riassunzione nella stessa impresa; come pure a cancellare
l’obbligo per l’impresa di ricollocare il lavoratore, che intende licenziare, in un’altra posizione.
Benchmarking sulla flessibilità in uscita in Europa
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