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In Danimarca non è ammesso un licenziamento per motivi discriminatori. Ciò vuol dire che un datore di lavoro non può licenziare per motivi di razza e etnici, legati a differenze in tema di religione, di convinzioni personali, di orientamento sessuale, di età, di disabilità. La legge danese sulla parità di retribuzione tra uomini e donne vieta la discriminazione di genere. Di conseguenza un datore di lavoro non può licenziare perché viene fatta richiesta che si applichi il diritto alla parità di retribuzione, ma anche di trattamento nei processi di reclutamento, durante lo svolgimento del lavoro e appunto in tema di licenziamento. Lo stesso discorso vale per quanto riguarda l'età, sulla cui base non è possibile discriminare per quanto riguarda il reclutamento, le condizioni di lavoro, le retribuzioni ed il licenziamento. Altrettanto si può dire in relazione al part-time: non è possibile licenziare un lavoratore perché si rifiuta di accettare un lavoro a tempo parziale o perché fa una richiesta di passare al part- time. Sempre in relazione alla legge sulla parità di trattamento, è fatto divieto di licenziare in caso di gravidanza, per maternità, paternità, congedo parentale o per la cura dei bambini, ma anche per assistere parenti malati. Una protezione speciale spetta ai rappresentanti sindacali, ma anche agli addetti alla sicurezza, per i quali è previsto un preavviso più lungo rispetto a quello garantito dalla legge. È possibile una protezione contro i licenziamenti ingiustificati chiedendo l'onere della prova solo nel caso in cui il lavoratore sia impegnato nell'azienda almeno da nove mesi, anche se i diversi contratti possono prevedere differenti modalità di protezione. Se il licenziamento non è ragionevolmente giustificato dal comportamento del dipendente o da circostanze di difficoltà del datore di lavoro, il lavoratore ha diritto ad un risarcimento economico. Secondo il Danish Freedom of Association Act non è possibile discriminare sulla base dell'appartenenza ad un’organizzazione. Ma ciò non vale se l'azienda è stata fondata con lo scopo di promuovere particolari idee politiche e ideologiche, religiose o culturali, che richiedono un’omogeneità tra i lavoratori che ne fanno parte. Il trasferimento di un'impresa non può giustificare un licenziamento, a meno che non sia determinato da motivi economici che si riflettono in un cambiamento sul piano occupazionale. Non vi è in generale alcuna protezione specifica contro il licenziamento per malattia, a meno che quest'ultima non si configuri come una disabilità prevista dalla legge. Tuttavia alcuni contratti prevedono una protezione contro il licenziamento per motivi di salute. FRANCIA In Francia, un licenziamento realizzato nell’ambito di un procedimento disciplinare rientra nella categoria dei licenziamenti per motivi personali. Contrariamente al licenziamento per ragione d'ordine economico, il licenziamento d'ordine personale attiene alla persona del lavoratore dipendente cioè al suo comportamento (colpa, o insufficienza professionale). Per essere valida, la causa del licenziamento deve essere allo stesso tempo qualificata come reale e seria 1 . In caso contrario, il licenziamento è definito ingiustificato o abusivo. Il Codice del Lavoro fa riferimento alle cause reali e serie senza definirle, lasciando ampio spazio all’apprezzamento dei tribunali del lavoro e alla giurisprudenza. La causa reale si basa su fatti oggettivi, verificabili e non su un'impressione o un giudizio soggettivo; la causa seria è sufficientemente grave per rendere inevitabile il licenziamento. 1 La Legge n°73-680 del 13 luglio 1973, completata dalla Legge del 2 agosto 1989, ha operato un cambiamento radicale: il licenziamento è ormai legale soltanto se è giustificato da una causa reale e seria: Artt. L122-14-2 del Codice del Lavoro. Benchmarking sulla flessibilità in uscita in Europa pag.12