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Marco Biagi, docente universitario di Diritto del lavoro,
ucciso a Bologna la sera del 19 marzo 2002, all’età di 51 anni,
vittima di un attentato terroristico delle Brigate Rosse.
Dal 2001 era consulente del ministro del Welfare e
del Presidente della Commissione Europea
BIAGI
«Marina Orlandi Biagi preferisce guardare avanti, e sperare che proprio
la Fondazione Marco Biagi possa essere un luogo “in cui si privilegiano
il dialogo e il confronto costruttivo, lo studio approfondito e senza pre-
giudizi.” Così come lo immaginò lei stessa, insieme al marito, la sera
prima che lo ammazzassero. “Parlammo a lungo di quel che stava fa-
cendo per tutelare il più possibile i giovani, le donne, le fasce meno pro-
tette del mercato del lavoro che, già difficile,era destinato a diventarlo
sempre di più. Voleva andare avanti, con l’entusiasmo di un ragazzo,
benché si sentisse isolato e in pericolo. Ventiquattro ore dopo venne
ucciso. Quella sera decisi con tutta me stessa che i suoi
assassini dopo averne annientato la vita, non dovevano
riuscire anche ad annientarne le idee ». Nel logo della Fonda-
zione c’è una bicicletta: ha il fanale acceso, che illumina la strada.
(da Spingendo la notte più in là)
D’ANTONA
Il professor
Massimo D'Antona, consulente
del ministero del Lavoro
e docente di Diritto del lavoro
all'Università degli studi
di Roma "La Sapienza",
il 20 maggio 1999 verso
le 8.30 di mattina, mentre stava
recandosi al lavoro nello studio
di via Salaria, viene ucciso da un
commando delle nuove Brigate rosse
La moglie Olga D’Antona:
«Di quella mattina ricordo un caffé caldo, preso insieme, ricordo un saluto,
ricordo la porta che si chiude. E ricordo, un’ora dopo, il rumore assordante
che mi spinse ad affacciarmi e quell’elicottero che sta lì, immobile come un
lampadario, proprio davanti alla mia finestra… Una vicina, affacciata al bal-
cone, disse: sarà stato un omicidio. Non è possibile, risposi io, che per un
semplce omicidio abbiano bloccato la strada, mandato un elicottero e tutti
quei poliziotti. Deve essere stato qualcosa di grosso, aggiunsi, forse un at-
tentato. Ma mai avrei potuto immaginare. Poi bussarono alla mia porta, ed
era la Digos».
(da Terrorismo. L’altra storia)
« Da quel 20 maggio del 1999 ho fatto una scelta: ho deciso
di non chiamarmi più Olga Di Serio ma Olga D’Antona . Quando
qualcuno mi chiama Olga Di Serio, pensando magari di compiere un gesto
gentile, di darmi un’identità autonoma, mi ferisce: perché io non mi ricono-
sco più in quel nome, ormai sono un’altra persona. E la mia autonomia è pro-
prio in questa scelta. Scelta che non è maturata dentro di me col tempo, ma
è stata immediata istintiva».
(da I silenzi degli innocenti)
Il 2 marzo 2003, il sovraintendente capo della Polizia
Emauele Petri, in servizio sul tratto ferroviario
Roma-Firenze, nei pressi della stazione di Castiglion
Fiorentino, durante un controllo di routine,
viene ucciso in un conflitto a fuoco con terroristi
delle nuove Br che viaggiavano con documenti falsi
«Ho sempre saputo che la morte di mio marito era un lutto politico, per
questo ho deciso di portare il suo cognome come uno stigma. Non sono
più la persona di prima. Noi saremo sempre per sempre
vedove, spesso in pasto alla morbosità : ci sono giorni che evito di
andare in edicola o al bar».
(da Spingendo la notte più in là)
Nicola GIACUMBI,
Guido GALLI,
Alfredo ALBANESE,
Vincenzo TOTONELLI,
Francesco EVANGELISTA,
Luigi ALLEGRETTI,
cuoco,
procuratore capo della Repubblica,
magistrato,
commissario capo,
guardia giurata,
appuntato P.S.,
a Roma il
a Salerno il
a Milano il
a Mestre (VE) il
a Roma il
a Roma il
Angelo MANCIA,
Girolamo MINERVINI,
Giuseppe PISCIUNERI,
Giuseppe AMATO,
Walter TOBAGI,
impiegato “Secolo d’Italia”,
magistrato,
guardia giurata,
assessore regionale DC,
giornalista,
a Roma il
a Torino
a Napoli il
a Milano il
a Roma il
10.03
16.03
19.03
12.05
27.05
28.05
12.03
18.03
10.04
19.05
28.05
1980
05.04
2° Governo Cossiga
Coalizione:
DC, PSI, PRI
04.05
Jugoslavia:
A Lubiana muore
il maresciallo Josip Broz Tito