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Vittorio Bachelet, vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura, docente universitario presso la facoltà di Scienze Politiche di Roma. Ucciso il 20 febbraio 1980 davanti all’aula dove ha appena terminato la lezione BACHELET Il cardinale Poletti ha celebrato la funzione religiosa (del funerale di Vittorio Bachelet, N.d.R.), e nell’omelia si è rivolto ai brigatisti con queste parole: « Uomini delle Brigate Rosse , ci rivolgiamo a voi con il nome usato dal venerando vecchio papa Paolo VI: siete senza volto, senza nome, nascosti nell’ombra delle trame, nutriti di odio e braccati come belve. Sarete sempre totalmente senza cuore? Siete delusi dalla presente società, avete subito o immagi- nato di subire dei torti? In parte potrà essere vero, ma avete imboccato la strada sbagliata. Gli uomini non si correggono con la vendetta, l’omicidio e l’odio. (…) Cessate di essere stolti: in nome di Dio, tornate ad essere uomini ». (da Terrorismo. L’altra storia) Lando Conti, ex sindaco di Firenze, iscritto al Partito Repubblicano Italiano. Ucciso il 10 febbraio 1986 CONTI «La madre di Lando Conti, Lisa Menotti Riccioli, ha poco meno di 80 anni quando ammazzano suo figlio. Alle spalle una vita intesa, ricca, diversa da quelle di tutte le donne della sua generazione, con eccezioni che si contano sulle dita di una mano. Lisa, nata a inizio 900, si è laureata in matematica. Inoltre si è separata dal marito molto prima dell’introduzione del divorzio nella legislazione italiana. Cresce in una famiglia di grande tradizione poli- tica e culturale nella più pura e intransigente tradizione del pensiero laico, repubblicano, mazziniano, risorgimentale. Il dolore di Lisa è certo il dolore di una madre, ma anche il dolore altrettan- to inconsolabile di una donna tutta pubblica, pienamente consapevole dei fatti politici e storici che la circondano. Lei, che ha conosciuto la TARANTELLI dittatura fascista e le sue nefandezze, non considera am- missibile l’omicidio politico in democrazia . Esce dal campo delle azioni concepibili, anche nella testa di una donna che conosce le asprezze della politica in ogni loro sfumatura. Lisa non si da pace su questo punto. Ne parla e riparla con i nipoti Lorenzo e Leonardo». (da Obbiettivi quasi sbagliati) Ezio Tarantelli, professore di Economia politica all’Università di Roma, presidente dell’Istituto di Studi Economici e del lavoro della CISL. Ucciso a Roma il 27 marzo 1985 “Ogni volta si dice che è un colpo di coda…”, lamenta nel 1986 il professor Ventura pochi mesi dopo l’omicidio di Lando Conti. Se- guiranno nel 1987 l’eccidio di via Prati di Papa a Roma, dove sa- ranno uccisi mentre scortavano un furgone portavalori, Giuseppe Scravaglieri e Rolando Lanari, poi l’omicidio del generale dell’aeronautica Licio Giorgeri e, nel 1988, quello del consigliere per gli affari costituzionali del governo De Mita, Roberto Ruffilli. Emanuele TUTTOBENE, tenente colonnello CC, Antonio CASU, appuntato CC., a Genova il 08.01 1980 tutti i giorni, non ce lo si può dimenticare». (da Spingendo la notte più in là) Maurizio ARNESANO, Carlo ALA, Valerio VERBANO, agente P.S., dipendente d’industria, studente, a Roma il a Brandizzo (TO) il a Roma il Sergio GORI, Paolo PAOLETTI, Vittorio BACHELET, dirigente industriale, funzionario d’industria, magistrato, a Venezia il a Monza (MI) il a Roma il ù 06.02 31.01 22.02 05.02 29.01 12.02 Iolanda ROZZI, casalinga, a Roma il 28.01 25.01 sarà mai finito finché sarà in vita mio figlio che ne porta i segni . Gli effetti negativi continuano nella nostra vita Roberto Ruffilli, professore universitario e senatore della DC, ucciso a Forlì, il 16 aprile 1988 Seguiranno dieci anni di ‘quiete’. Rocco SANTORO, brigadiere P.S., Michele TATULLI, agente P.S. e Antonio CESTARI, agente PS., a Milano il Carole Beebe Tarantelli, moglie di Ezio: «Questo paese non solo non è stato capace di elaborare un lutto ma neanche un pensiero. Non ha voluto né potuto pensare al terrori- smo. Non ha mai fatto i conti fino in fondo. In Italia si è fatta strada un’illusione, che corrisponde alla fantasia dei terroristi, che si possa superare quello che hanno fatto come se nulla fosse successo. Ma non può essere così. Pagata la pena si è liberi, ma non sono finite le responsabilità: questa idea non corrisponde alla realtà. E non è questione di volontà buona o cattiva, è solo una questione di realtà, perché gli effetti dei loro gesti si vedono ancora. Si vedono sulle persone che sono sopravvissute e si sentono ogni giorno nella man- canza delle persone che loro hanno ucciso. Il terrorismo non