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( banalizzare , perché la questione è oggettivamente complessa ) potremmo dire che i tratti preoccupanti sono molteplici e sono maturati almeno nell ’ arco di un ventennio : si tratta di una politica urlata , fortemente divisiva ( ogni giorno uno scontro al vetriolo ), con pochi progetti di lungo periodo , basata sulla forza di singoli leader ( che durano lo spazio di pochi mesi o qualche anno per poi finire nello stesso tritacarne che li ha generati a scapito di altri leader ), con partiti ridotti per lo più a gusci vuoti .
Una politica che si accoda , anziché provare a precedere gli eventi ; che si è fatta intimorire dai fenomeni globali , ai quali non tenta di rispondere con processi vigorosi e complessi , ma piuttosto cede alla semplificazione banalizzante ( un esempio ? C ’ è la crisi economica ? Torniamo alla lira ; oppure , arrivano i migranti ,? Innalziamo muri ).
I populismi e il ritorno dei nazionalismi sono figli di questa incapacità di formulare risposte complesse a problemi complessi . Di guardare oltre l ’ orizzonte , immaginando un futuro migliore e attrezzandosi per costruirlo ..
I VIZI E LE VIRTÙ .
Ma c ’ è qualcuno che si salva ? Apparentemente chi vince le elezioni ritiene di avere trovato la formula magica per una politica all ’ altezza del ventunesimo secolo . Salvo poi perdere alle votazioni successive . Come è accaduto a tutti i leader democratici negli ultimi 15 anni , con la sola eccezione della tedesca Merkel .
Ora si va sostenendo che tutti i mali vengono dalla politica : può essere vero ? No , sarebbe ingiusto pensarla così . Perché la politica ( con i suoi processi democratici applicati al Comune , alla Regione , al Paese oppure all ’ Europa ) in genere risponde a un vissuto diffuso , è “ figlia del suo tempo ”, ingloba le virtù e i vizi del “ popolo sovrano ”.
La politica italiana non fa eccezione e i leader nazionali sono espressione e “ prodotto ” degli italiani , della loro mentalità , del loro pensiero . I leader sono frutto di un popolo , del quale poi assumono le redini . La storia , da questo punto di vista , ha molto da insegnare .
SOCIAL NETWORK E “ FAKE NEWS ”.
L ’ individualismo che attraversa la nostra epoca , le legittime paure che abbiamo accumulato negli anni della recessione economica , i timori generati dalle pressioni migratorie oppure dal terrorismo e dalla “ terza guerra mondiale a pezzi ” ( come dice Papa Francesco ), sono tutti elementi con cui fare i conti .
Si tratta di fenomeni antropologici non di rado alimentati ad arte dai social media e da tanti personaggi politici , anche attraverso quelle che abbiamo definito “ fake news ”.
Fenomeni che hanno portato a far virare il sentimento politico verso l ’ arroganza , le contrapposizioni , le chiusure . Che hanno sbarrato la porta a parole ( valori !) come “ solidarietà ”, “ apertura ”, “ relazione ”, “ dialogo ” ( principi che fra l ’ altro dovrebbero caratterizzare linguaggi e comportamenti di chi si definisce “ cristiano ”).
C ’ È ANCORA SPERANZA !
Allora ? Non c ’ è speranza ? Dobbiamo rassegnarci a questa politica di bassa caratura ? No di certo .
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