Ma per uscire dalla palude occorre
che gli stessi cittadini tornino a
innamorarsi della loro città, della “polis”,
della loro nazione, della stessa politica,
delle sorti dell’Italia e dell’Europa nel
suo insieme. Che tornino a informarsi
(non basta leggere i titoli dei giornali
oppure dare una scorsa ai siti o
a facebook!) per comprendere la
necessità di un’azione politica orientata
al “bene comune” e non all’interesse di
parte.
Cittadini che tornino a votare
pensando con la propria testa, senza
farsi abbindolare dagli slogan roboanti
o dalle promesse più inverosimili. Che
scommettano, al momento del voto, su
donne e uomini preparati, coerenti e
coscienziosi, moderati nei toni, in grado
di mostrare uno sguardo lungo che si
faccia carico anche delle prossime
generazioni…
L A P MAIUSCOLA .
Impossibile? No, assolutamente. Oggi
il vento tira dalla parte della politica-
spettacolo, della politica volgare, del
“è tutto o bianco o nero”. Ma – si sa – il
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vento gira... E i laici cristiani in
particolare
sono
chiamati
alla
responsabilità verso la cosa pubblica.
Lo ha richiamato tante volte
l’episcopato italiano, ce lo ha già
ricordato varie volte l’arcivescovo di
Milano Delpini; lo ha affermato con
forza Papa Francesco in piazza San
Pietro il 30 aprile 2017: «Sentite forte
dentro di voi la responsabilità di gettare
il seme buono del Vangelo nella vita del
mondo, attraverso il servizio della carità,
l’impegno politico – mettetevi in politica,
ma per favore nella grande politica,
nella Politica con la maiuscola! –,
attraverso anche la passione educativa
e la partecipazione al confronto
culturale».
Passione, educazione, confronto: la
via per la buona politica non è venuta
meno. Ma bisogna rimboccarsi le
maniche
e
avere
nuovamente
coraggio.