D . In una recente intervista Mario
scelta radicale; solo che i cristiani sanno
che la scelta radicale è l’imitazione di
Cristo, cioè la radicalità fino a dare la
vita.
D. I temi del desiderio e della libertà, e
alcuni slogan del 68 lo testimoniano
(“vogliamo tutto”, “siate realisti vogliate
l’impossibile”), sono quindi al centro di
quella stagione. Ma dopo il ‘68 come si
è corrotto il desiderio?
R.
Si è corrotto perché è arrivata
l’ideologia. Io me lo ricordo, infatti.
Perché l’ideologia veniva da quelli che
sono più rivoluzionari di te, più intelligenti
di te, nel fare l’analisi della società.
Ecco, come dire, è diventato un
problema di qual era la più giusta
analisi della società, qual era il disegno
politico di potere più giusto, usando il
marxismo come chiave di lettura.
Io personalmente ho vissuto il cuore
degli anni 70, figli del 68, e ho visto
proprio il degradarsi di quello che era
uno spirito pieno di voglia di cambiare
sé stessi e il mondo, in una lotta di
potere. Lotta che poi era miserrima, se
io penso alle lotte fratricide dentro le
scuole, con i vari gruppuscoli che si
contrapponevano l’un l’altro per rubarsi
l’egemonia.
Il tema dell’egemonia è proprio
all’opposto di San Francesco, e cioè la
totale
povertà, non
ti
interessa
comandare, non ti interessa vincere, la
letizia viene dalla totale rinuncia. E
invece in alcuni gruppuscoli, visto che
ilmondo non cambiava, è nata anche
la reazione rabbiosa del terrorismo. Per
me in sostanza sono stati l’egemonia e il
potere le malattie mortali del ‘68.
Capanna, leader dell’allora movimento
studentesco, ha detto che il ‘68 è morto
quasi subito, in Italia, con la strage di
Piazza Fontana, ossia con l’attentato
alla Banca Nazionale dell’Agricoltura
del ‘69, perché lì è finita la purezza del
movimento studentesco … .
R. Ma perché Capanna, come tanti
altri, dà la colpa allo Stato: “noi
eravamo innocenti, lo Stato permise agli
estremisti di destra di compiere
quell’attentato, che è stata la prima
strage di innocenti, fatta da un gruppo
politico”. Ci sono stati punti inquinati
dello Stato che sicuramente hanno
avuto un ruolo in queste cose terribili,
però non credo ad uno Stato
colpevole, ma alla responsabilità di
alcuni punti deviati dello Stato.
Ma tutti, tutti i media, anche cristiani,
tutti hanno sempre parlato di “stragi di
Stato”, e chi stava dalla parte dello
Stato era antidemocratico, golpista,
…. Invece io credo che fu il complicarsi
di quella deriva nata dall’egemonia,
che taglia lo spazio degli altri, e man
mano crea un mondo dove esplodono
sempre più i contrasti fino al punto che
poi ci sono quelli che prendono la
pistola o mettono le bombe.
Nella Chiesa si può affermare che,
per certi versi, il Concilio Vaticano
Secondo sia stato precursore del ‘68,
nell’ambito
di
una
stagione
di
rinnovamento sociale?
D.
Non c’è una corrispondenza nei
tempi, quando arriva il ‘68 il Concilio si
è già concluso. Sicuramente il mondo
cattolico
cominciava
la
lenta
digestione – che non è ancora finita
oggi! – della nuova lettura dei tempi.
Dal Concilio emergono due cose, da
una parte il nuovo auto-concepirsi della
R.
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