Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle sim-
boleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità. Infatti in gaelico
“neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La
Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente
bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...)
La Candelora
Un’altra usanza, legata anche a rituali di fertilità erano i Luperca-
li: i Luperci, sacerdoti di Fauno, correvano per le strade vestiti solo
con una pelle di capra e con una frusta (anche essa fabbricata con
strisce di pelle di capra) con la quale battevano le giovani spose per
propiziarne la fertilità (e quindi la capacità di partorire).
La Chiesa, per combattere queste usanze, istituì processioni con candele, alle quali a parti-
re dall’XI secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli altari. Col nome di Candelora o
Candlemas (nei paesi anglosassoni) è nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata
“Presentazione del Signore al Tempio”. Ma è evidente che la nuova religione non ha potuto
modificare il significato autentico della festa, un significato che è profondamente incarnato
nella Natura e nello Spirito Umano. Il legame della festa con le candele, la purificazione e
l’infanzia, sopravvisse nell’usanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a
portare candele accese.
L’idea di una purificazione rituale in questo periodo è rimasta forte nel folklore europeo. Ad
esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora
per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti infestino le case.
Il concetto di purificazione è presupposto di una nuova vita: si eliminano le impurità del
passato per far posto alle cose nuove. Alcuni gruppi neopagani europei festeggiano Imbolc
accendendo candele che sporgono da una bacinella di acqua.
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