Antrum Magicae Antrum Magicae 2 | Page 42

La Befana, infatti, trova delle vere e proprie radici nei demoni notturni e nei loro voli, così caratteristi- ci del Medioevo. Da Natale al 6 gennaio corrono 12 notti, così che la notte dell'Epifania, tra, il 5 ed il 6, veniva anche chiamata " dodicesima notte". Certe credenze, raccontano di voli notturni legati ai culti propiziatori della fecondità e fertilità. Con il tempo, quelle divinità dei campi divennero nella fantasia popolare delle vere e proprie streghe ed i loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno, volti in origine a procurare bene e fertilità, si trasformarono nel sabba diabolico con il suo corredo di su- perstizioni e paure. Nasce così la tradizione diffusa in tutta l'Europa, che il periodo fra il Natale e l'Epifania, sia da rite- nersi propizio alle streghe. In alcune parti della Slesia, la gente faceva bruciare della resina di pino tutte le notti, tra Natale e Capodanno, affinché l'acre fumo cacciasse via tutte le streghe e gli spiriti maligni. A Saruthum, nel Tirolo, sei giovani mascherati chiamati " Glockelsanger", giravano di casa in casa, la vigilia bastonando un fantoccio che si portavano dietro, la strega Zuschweil, che impersonava la causa di ogni male. Anche nella campagna italiana, la sera del 5 gennaio, si usava percorrere prati e campi con delle torce accese, per far fuggire gli spiriti del male, che avrebbero potuto arrecare danni ad un futuro raccolto. Da tutto questo bailamme stregonesco, ecco che , finalmente, prende il volo sulla sua scopa una strega di buon cuore: la Befana che, nella dodicesima notte, lascia ai bambini dolci o carbone. Non è facile stabili- re dove essa sia nata ed in quale data, dal momento che la sua figura, nell'animo popolare italiano, ha avuto una lunga gestione ed è il risultato finale di un lento sovrapporsi di miti. Perché è stata sempre raffigurata " vecchia e brutta"? Forse perché rappresenta l'anno vecchio; forse perché in certi casi, nella mente e nella fantasia delle persone semplici ed un po' " rustiche", la vecchiaia era ritenuta un attributo di creatura mitica, dotata di poteri magici. Altre voci, raffiguravano " la Befana" come una mite vecchi- na, esile e disarmante; altre ancora la volevano grassottella e rubiconda. Aveva i piedi grandi e nodosi, calzati da grossolane scarpe, quasi sempre rotte, come testimonia la famosissima rima: “La Befana vien di notte Con le scarpe tutte rotte…… “ 41