Diversamente l’incantesimo serve di solito per chiedere qualcosa in base alle proprie esi-
genze. Le richieste possono essere di carattere sia materiale sia spirituale ed è possibile ri-
volgerle a Divinità, Spiriti, Angeli o anche la semplice Energia secondo la tradizione se-
guita dall’officiante.
È meglio svolgere il rito in giorni precisi, e magari in un numero minimo di due persone,
questo perché l’energia che si concentra in quei giorni specifici ha un impatto maggiore sul-
la realtà, per cui attraverso un numero maggiore di partecipanti è più facilmente gestibile
e potenziabile.
Il rito, come dicevamo, si differenzia dall’incantesimo per la sua complessità, talvolta
presente anche nel solo allestimento. Per tale motivo a volte il suo svolgimento necessita di
uno spa-zio maggiore, una esatta delimitazione del cerchio magico (magari con del sale), ed
è preferibile evocare, in altre parole chiamare fisicamente le entità e gli Elementi Terra,
Aria, Fuoco, Acqua e, successivamente, le divinità coinvolte).
È importante che durante il rituale la cerimonia sia svolta con ruoli e azioni molto preci-
si, poiché questi hanno una valenza sim-
bolica propria il cui stravolgimento com-
prometterebbe il senso e l’efficacia del rito
stesso.
Ogni gesto deve essere ben dosato: il rito
spesso è celebrativo, serve quindi a onora-
re, per questo è consigliato nelle ricorrenze
di ogni tradizione per trarne benefici. Ad
esempio festeggiare gli Equinozi, i Solstizi
e, al 31 ottobre gli Antenati, permette di avere ben chiare due cose: chi celebriamo, e come
va glorificata la Natura, e il suo corso; ciò consente di avere un rapporto diretto, fuori da
tradizioni contaminate, poiché il rito è un gesto d’amore che voi compite per gli Dei e per
le Dee.
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