Antrum Magicae Antrum Magicae 1 | Page 12

Il Vischio Era molto importante per i Gallo-Celti. Le consuetudini sull'uso del vischio come elemento apportatore di buona sorte derivano in effetti in buona parte dalle antiche tradizioni cel- tiche, costumi di una popolazione che considerava questa pianta come magica (perché, pur senza radici, riusciva a vivere su un'altra specie) e sacra. Lo poteva raccogliere infatti solo il sommo sacerdote, con l'aiuto di un falcetto d'oro. Gli altri sacerdoti, coperti da candide vesti, lo deponevano (dopo averlo recuperato al volo su una pezza di lino immacolato) in una catinella (pure d'oro) riem-pita d'acqua e lo mo- stra-vano al popolo per la ve-nerazione di rito. E per guarire (per i Celti il vi- schio era "colui che guari- sce tutto; il simbolo della vita che trionfa sul tor- pore invernale) distribui- vano l'acqua che lo aveva bagnato ai malati o a chi, comunque, dalle malattie voleva essere preservato. I Celti consideravano il vi- schio una pianta donata dalle divinità e riteneva- no che questo arboscello fosse nato dove era cadu- ta la folgore, simbolo del-la discesa della divinità sulla terra. Plinio il Vec-chio ri- ferisce che il vi-schio vene- rato dai Celti era quello che cresceva sulla quercia, considerato l'albero del dio dei cieli e della folgore per- ché su di esso cadevano spesso i fulmini. Si credeva che la pianticella cadesse dal cielo in- sieme ai lampi. Questa congettura - scrive il Frazer nel suo "Ramo d'oro" - è confermata dal nome di "scopa del fulmine" che viene dato al vischio nel cantone svizzero di Argau. "Perché questo epiteto - continua il Frazer - implica chiaramente la stessa connessione tra il parassita e il fulmine; anzi la scopa del fulmine è un nome comune in Germania per ogni escrescenza cespugliosa o a guisa di nido che cresca su un ramo perché gli ignoranti credo- no realmente che questi organismi parassitici siano un prodotto del fulmine". Tagliando dunque il vischio con i mi-stici riti ci si procura tutte le proprietà magiche del fulmine. 11