OTTO
La mattina era stata così frenetica e piena di sorprese
che vedere l'orologio segnare solamente mezzogiorno
gli parve impossibile. Sarebbe tornato volentieri a letto.
Il letto. Si era dimenticato come quella giornata era
cominciata.
Lui sconvolto sul letto, l'incubo.
Si sforzò di ricordare qualche dettaglio: quasi niente. Le
poche immagini rimaste stavano diventando sempre più
vaghe.
Un corvo, un vaso di fiori. Nient'altro.
Si stropicciò la faccia con le mani per incitare il cervello a
lavorare più veloce ma nulla cambiò.
Sospirò e vedendo Sophie e Oskar non tornare più dalla
camera decise di non disturbare e scendere in città.
Chiuse dietro di sé la porta facendo attenzione a non far
rumore. Scese le scale e si ritrovò di nuovo in strada.
Ora, non avendo Yann o Sophie con cui parlare, le