AMys - Bollettino Informativo N.32 - Ottobre 2016 | Page 8

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scena . Amo moltissimo anche “ Il trono di spade ”, anche se non c ’ entra proprio nulla con MM … C . B . - Concordo pienamente sulle serie tv da te citate , sono davvero ben fatte . Enrico , tu sei tra gli autori di MM impegnati contemporaneamente sia sulla “ serie classica ” sia sulla nuova serie a colori , della quale è attesa la prima stagione il prossimo novembre . In quest ' ultimo caso , il lavoro di squadra è ancora più stretto , a quanto sembra . Ci puoi parlare di questa esperienza e di quali sono le differenze tra le due collane , per quanto riguarda la tua attività di sceneggiatore ? E . L . - Il progetto “ Le nuove avventure a colori ” ( per brevità , chiamiamolo NAC ) è qualcosa di veramente nuovo per la Casa editrice , sia per il modo in cui è nato , sia per come si è sviluppato ed è stato condotto . Tutto è nato da una intuizione / necessità di Alfredo Castelli : come sarebbe Martin Mystère se venisse ideato oggi , da un ipotetico producer , per farne una serie di telefilm ? È stato un bellissimo punto di vista , molto stimolante e originale : non un reboot , non un prequel , ma una cosa molto nuova . La paragonerei , tanto per capirci , a una serie di telefilm come “ Sherlock ” ( oh , dimenticavo : anche quella è un grande riferimento !). Senza entrare nei dettagli , Alfredo immaginava quindi un ’ ipotetica nuova serie parallela , in cui i personaggi storici potessero esserci o non esserci , conservando le loro caratteristiche chiave - ma non necessariamente i loro ruoli . Alfredo convocò alcune grandi riunioni in Casa editrice ( già questa fu una novità assoluta ), alle quali parteciparono tutti gli sceneggiatori dello staff di MM e alcuni dei curatori di altre testate ( tra cui Antonio Serra e Mauro Boselli ), per mettere a fuoco le grandi linee dell ’ intero progetto , sia in termini di contenuto che in termini editoriali ( formato , foliazione , uso del colore , ambientazione ). Il gruppo di lavoro , infine , venne ristretto a sei persone : Giovanni Gualdoni , l ’ unico interno della Casa editrice , e poi Andrea Artusi , Diego Cajelli , Ivo Lombardo , il sottoscritto e Andrea Voglino . Il modo di lavorare ? Completamente diverso . Grandi riunioni a sei per discutere la macrostoria ( perché i 12 episodi , benché autoconclusivi , formano un unico arco narrativo ), i singoli cicli narrativi da tre episodi e poi i temi di ogni singolo albo . Una volta scritti i soggetti , abbiamo scritto dei “ soggetti di ferro ”, ossia sinossi molto dettagliate , scena per scena , con relativa lunghezza in tavole , e infine siamo passati alla sceneggiatura vera e propria . Con una novità assoluta , per la Bonelli : l ’ uso massiccio di storyboard , preparati da Andrea Artusi , forte della sua duplice veste di sceneggiatore e disegnatore . Per i disegnatori , specie i più giovani , è stato un grande ausilio . La natura stessa delle storie , piene di rimandi , particolari nascosti , accenni ecc ecc , richiedeva la massima accuratezza nel disegno . Per non parlare della scelta artistica , di dare a questa mini serie un “ look ” franco-belga-italiano : l ’ obiettivo era di combinare la cura estrema nei dettagli e nelle ambientazioni , tipica della scuola franco-belga , con il realismo e la tradizione avventurosa italiana , così tipicamente bonelliana . C . B . - Sì , mi sembra davvero un grande lavoro , Enrico , quello fatto da te e gli altri cinque sceneggiatori a lavoro sul progetto “ NAC ”, la c . d . squadra dei “ Mysteriani ”. Volevo sapere se c ' è stato qualche snodo narrativo , qualche personaggio o qualche soluzione che hai proposto o per cui ti sei “ battuto ” perchè , casomai , ci tenevi particolarmente ? E . L . - Per fortuna , no , non ci sono mai state occasioni del genere . Quando si lavora in team , in due o più , la cosa peggiore che possa capitare è “ innamorarsi ” di un ’ idea e difenderla a tutti i costi . Bisogna invece imparare a essere oggettivi , pensare a una storia come a un meccanismo , non come una realizzazione personale . Non sono , né voglio esserlo , un artista ; penso di essere , al pari degli altri colleghi e amici , un artigiano . Scrivere una storia è un po ’ come costruire un orologio . Detto