Andrea Artusi è intervenuto per confermare le parole di Diego: questa miniserie sfata la diceria che tra fumettisti ci sia astio e gelosia in quanto in questo caso c’ è stato grande affiatamento e coralità; si è creata un’ alchimia che ha funzionato fin dall’ inizio. A questo punto l ' autore ha voluto precisare che lo storyboard non è un’ invenzione moderna, e anzi, era una tradizione della Bonelli usata fin dai primi tempi persino da Gian Luigi Bonelli e da suo figlio Sergio. Lo stesso Alfredo ha confermato di farne grande uso da anni, soprattutto quando lavora alle storie brevi. Rispondendo poi alla domanda di uno degli spettatori, Castelli e Artusi hanno tranquillizzato il pubblico sui rapporti tra“ vecchia guardia” assegnata a lavorare sul Martin classico e“ nuove leve” dedicate alle Nuove Avventure a Colori. Innanzitutto, hanno confermato che il Martin classico continuerà e che chi vi sta lavorando continuerà a farlo e, anzi, verrà stimolato dalla nuova serie a migliorare e migliorarsi; dopodiché hanno ammesso che gli autori della nuova serie si sono ispirati a quelli della serie classica, almeno per quanto riguarda l’ impostazione e la chiarezza narrativa. Certo, il ritmo sarà diverso, ma tutti gli autori coinvolti nutrono un grande rispetto ed amore per il Martin classico, al quale si sono ispirati e nel solco del quale sono rimasti.
La parola è quindi passata appunto agli autori della“ vecchia guardia”, che hanno a loro volta assicurato gli astanti sulla buona salute della serie classica. Giovanni Romanini ha tessuto le lodi della serie, rimarcando il suo“ amore pazzesco” per Martin. Sergio Badino ha confermato che Martin Mystère sta vivendo un ottimo momento, poiché il lancio della nuova serie porta stimoli ed entusiasmo anche nell’ ambito della serie classica. Ci ha poi rivelato che sta lavorando ad una nuova storia con Piacentini nella quale si saranno anche“ cose nuove”, come un nuovo antagonista molto affascinante: un collega di Martin che“ fa quello che fa lui ma senza scrupoli”( quasi come faceva il vecchio Orloff, verrebbe da pensare). Infine, Antonio Sforza ha parlato delle sue esperienze su Martin e Storie di Altrove, che, pure se sono uscite a distanza di un mese, sono così diverse e lontane nel tempo una dall’ altra( L ' oro di Re Mida è una storia di un paio di anni fa). A questo proposito, Alfredo ha preso nuovamente la parola per spiegare che, seppure la serie classica dispone di ottime nuove sceneggiature, vi è anche ancora un’ enorme quantità di materiale“ vecchio” già pronto. Circa i rapporti tra la serie classica e quella nuova Castelli ha spiegato che non ci saranno collegamenti di continuity tra le due serie. Anche se, ha ammesso, negli ultimi albi della serie si capirà perché esistono entrambi gli avatar. Artusi poi ha riflettuto sulla possibilità che i lettori della serie classica possano rimanere spiazzati da quella nuova: ha ammesso che questo potrebbe essere possibile, ma solo se non leggeranno tutta la saga. Ha quindi consigliato di sospendere il giudizio e attendere la fine, per avere il quadro completo e poter capire ed apprezzare meglio. A fine conferenza Artusi ha lanciato ancora un’ anticipazione che non ha voluto approfondire ulteriormente:“ anche la miniserie avrà qualcos’ altro in più, di inaspettato, che dimostrerà che Martin è un personaggio massmediale”.
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