P A G I N A 4
Giordano si dividono il lavoro per rendere il fumetto il più realistico possibile: in genere uno dei due si occupa dei personaggi e l’ altro degli sfondi, ma spesso si alternano nei due ruoli. Lo sceneggiatore Andrea Artusi è intervenuto per lodare il lavoro dei disegnatori, sottolineando quanto i disegni siano precisi e realistici e quanto i paesaggi siano dettagliati: ci sono scene in cui i lettori potrebbero ripercorrere le strade fatte dai personaggi semplicemente basandosi sulle immagini. Ricollegandosi a quanto detto sugli a- spetti grafici, il BVZA ha spiegato che questa nuova serie avrà una marcia in più, proprio grazie al colore che la valorizza al massimo. Per quanto riguarda l’ uso degli storyboard Castelli ha dichiarato di averlo fortemente voluto e che Andrea Artusi, autore di tutti gli storyboard, è stato fondamentale per la serie: avere un referente tra disegnatore e sceneggiatore è indispensabile per dare lo stesso ritmo a tutti gli albi e per lasciare che ogni disegnatore applichi il suo stile, ma in maniera coerente con quello degli altri. Concludendo il suo intervento, Alfredo ha affermato che crede molto in questa nuova serie e ha spiegato che non si può rimanere fermi a trent’ anni fa solo perché allora una cosa era bella. E’ ora di creare qualcosa di nuovo che tra trent’ anni sia ancora bello, come per noi ora è bello il
Martin classico. E’ quindi intervenuto Andrea Voglino, sceneggiatore di entrambe le serie, che ha descritto il lavoro di scrittura nella“ writing room” paragonandolo ad una jam session musicale: come i musicisti delle grandi band si riunivano in sala registrazione e suonavano i propri strumenti finché il brano non prendeva forma, così“ I Mysteriani” si trovavano al tavolo, chi con un’ idea, chi con un abbozzo, chi con una frase, e mettevano assieme quanto avevano pensato dando vita alla serie. Il Martin che hanno creato – ha proseguito – non è nuovo, ma inedito: Martin è proprio Martin, il Detective dell’ Impossibile che conosciamo. Ci sono tutti gli elementi che amiamo, nulla è stato tradito: è solo raccontato in maniera diversa. I personaggi sono quelli classici, ma rispiegati: ad esempio Martin e Diana non stanno insieme, ma si intuisce che qualcosa tra loro potrebbe scoccare. Voglino ha anche anticipato che non mancheranno i colpi di scena e che, anzi, ve ne sarà uno ogni quattro o cinque pagine. Diego Cajelli, autore di diverse testate ed ora al lavoro sul nuovo Martin, ha affermato che al giorno d’ oggi Martin Mystère è giustamente considerato un classico del fumetto; ha anche spiegato che, in quanto classico, ha bisogno di un tramite per diventare contemporaneo e che questo tramite sarà il nuovo Martin. Diego ha parlato anche dell’ esperienza della“ writing room”, evidenziando la sua valenza innovativa in ambito bonelliano. Riprendendo le parole di Voglino, ha raccontato che si è trattato davvero di una jam session in quanto“ eravamo sei persone diverse, con competenze e caratteri diversi, e ognuno di noi portava un pezzo diverso che gli altri non avrebbero potuto o saputo portare. Il risultato ottenuto è più grande della somma delle singole parti”. Secondo Cajelli è stato fondamentale“ l’ occhio lungo di Alfredo: è stato lui a trovare ognuno di noi, a sceglierci, a creare questo gruppo di sconosciuti che però hanno legato subito e creato quella che a noi pare una bella serie”.