Il progetto del serial televisivo non andò in porto , ma l ’ idea del nuovo Martin rimase impressa a Castelli , che decise di proporla alla Sergio Bonelli Editore . Una volta ottenuta l ’ approvazione della casa editrice , ci si trovò di fronte alla necessità di trasportare su carta quanto era stato pensato per il piccolo schermo . A tale scopo , Alfredo pensò di affidare la sua idea a un team di sceneggiatori che lavorassero come gli autori delle serie televisive in una vera e propria “ writing room ”. Si trattò di un ’ esperienza fortemente innovativa per la Bonelli : furono fatte molte riunioni collettive , che inizialmente coinvolsero anche autori di redazioni diverse , come ad esempio Mauro Boselli e Antonio Serra ; ciò permise di avere una visione più amplia e completa . Dopo aver fissato alcuni paletti , lo staff degli sceneggiatori si ridusse a sei autori ( Artusi , Cajelli , Gualdoni , Lombardo , Lotti , Voglino ) che decisero di firmarsi col nome collettivo de “ I Mysteriani ” e di cui il BVZA decise di non far parte , per non riprodurre nel nuovo Martin le stesse dinamiche di quello classico . Infine fu scelto un curatore che doveva ricoprire un ruolo analogo a quello di show runner : questo compito fu affidato a Giovanni Gualdoni , del cui operato Castelli si è detto molto fiero .
Nell ’ introdurre Lucio Filippucci , che si è occupato delle copertine su colori di Daniele Rudoni , Alfredo ha spiegato che la scelta di un nuovo copertinista non è stata fatta per mancanza di rispetto nei confronti di Alessandrini , ma per staccare la nuova serie da quella classica anche a livello grafico , oltre che dal punto di vista dei testi . Lucio ha confermato che , pur essendo onorato di lavorare su Tex , per lui è sempre una gioia tornare a disegnare Martin : per le sue copertine ha cercato di essere al tempo stesso classico e moderno . Lucio ha inoltre rivelato di aver già letto il primo albo e lo ha descritto come una storia che corre , che fa venire voglia di continuare a leggere e di arrivare fino alla fine . E ’ poi intervenuto Fabio Piacentini , disegnatore della serie classica , ma anche del primo numero della nuova serie . Ha raccontato di come sia rimasto inizialmente spiazzato della nuova modalità di lavoro in quanto “ c ’ era già tutto ”: infatti , “ I Mysteriani ” forniscono ai disegnatori non solo la sceneggiatura e la documentazione necessaria a rappresentarla , ma anche un vero e proprio storyboard degli albi . Fabio ha affermato che “ è stato come salire su treno in corsa ”, ma che si è trovato molto bene a lavorare in questo modo , viste le sue precedenti esperienze professionali nel campo dell ’ illustrazione e del “ graphic video ”. Piacentini ha aggiunto che ha cercato di dare all ’ opera anche il proprio punto di vista , pur mantenendo il rispetto nei confronti di un personaggio che ama molto . Fabio ha poi spiegato che i disegnatori scelti per quest ’ avventura sono tutti abituati a lavorare in digitale e che questa predisposizione favorisce la resa della colorazione : la serie stessa – ha affermato – è stata pensata appositamente per essere colorata . Salvatore Cuffari , disegnatore del sesto numero in collaborazione con Giulio Giordano , ha confermato quanto detto da Fabio : è stato davvero come salire su un treno in corsa , ma è stata un ’ esperienza molto bella e stimolante . Ha poi spiegato come lui e
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