100% Fitness Mag - Anno VIII Agosto 2014 | Page 37
sempre in allerta, ha la funzione di monitorare
e riconoscere quello che è buono e no, con
l’aiuto dei linfociti abbatte il nemico creando la
formazione di tossine e sono gli organi emuntori
(in particolare pelle, polmoni e intestino) ad avere
il compito di espellerli.
Sapevate che la salute dell’intestino si
riflette sul benessere dell’intero organismo?
Un’alterazione delle sue funzioni si traduce in
un disagio organico a qualsiasi livello del corpo,
quindi, è l’intestino che si ribella ai “
cibi sbagliati".
Spesso mi chiedono del perché, se dal test
risulta che si è intolleranti ad esempio al ferro,
non lo si è al fegato che ne è ricco, è tutta
questione di tassonomia (dal greco greca =
“ordinare secondo certe categorie”), il fatto di
essere intollerante ad una singola molecola,
non significa esserlo ad un gruppo generale
che la contiene così come la combinazione di
più alimenti ai quali non siamo intolleranti, se
uniti possono scatenare un’intolleranza, dato
che la mente e il sistema digestivo la catalogano
come nuovo alimento e quindi lo affrontano
come “non-self”. Quando Marco Polo giunse
in Cina vide animali di tutti i tipi e mai visti,
incontrò addirittura l’unicorno, in realtà era un
rinoceronte, questo accadde perché abituato
all’idea mitica doveva dare un nome a quello
strano animale con un corno sulla fronte e
lo classificò all’interno della prima categoria
mentale conosciuta. La nostra mente lavora
così anche quando mangia.
Il Sistema Immunitario è influenzato anche
dai traumi e condizionamenti della nostra
mente, ogni cibo, il suo gusto, la sua cucina, il
suo profumo, attivano nella mente un circuito
inconscio detto subliminale, riuscendo ad
associare ad esempio quel dolce squisito alla
dolcezza della nonna o la tazza di caffè con la
compagnia piacevole degli amici al bar e quindi,
così come associamo a un cibo un bel ricordo,
può avvenire l’effetto contrario e spesso capita
che un’intolleranza nasca perché registrata come
un brutto ricordo, quante volte è capitato di fare
discussioni a tavola? Ciò può far sì che in futuro
mangeremo prima quell’emozione negativa che
è stata registrata con quel cibo, per poi subire
conseguenze fisiche.
Guarire da un’intolleranza alimentare non
è così difficile e neanche impossibile, basta
eliminare per 40 o 60 giorni quello che non
tolleriamo e sarà il secondo test a rivelarci le
intolleranze profonde, non dimenticate mai che
“noi siamo quello che mangiamo” e il cibo
influenza non solo il fisico ma anche la coscienza
ed il modo di pensare.