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sava con loro molte ore del giorno e
diceva di riuscire a condividere il loro
pensiero ed a capire le loro paure.
All’età di 18 anni Temple progetta e
realizza una speciale “macchina degli abbracci” che tuttora utilizza per
calmare gli stati d’ansia e gli attacchi
di panico. Le era già capitato in precedenza di osservare come i bovini
appena chiusi in uno spazio ristretto,
quasi compresso (venivano bloccati
in una macchina per le vaccinazioni), si calmassero immediatamente.
Passavano in maniera repentina da
una condizione di paura ed agitazione motoria ad uno stato di pace
ed assoluta arrendevolezza. Temple volle sperimentare su se stessa
quest’apparecchio e fu sorprendente
verificare come anche per lei avesse
lo stesso effetto calmante, placava
le crisi ed inoltre le rendeva più
tollerabile il contatto con l’altro. Su
questo modello Temple costruì la sua
“hug machine” (“la macchina degli
abbracci”titolo anche di uno dei suoi
libri e di un film ispirato alla sua vita).
Compressa all’interno di un grosso
cilindro, sostenuto da assi di legno,
aveva trovato il suo modo per redimere l’angoscia. Come una mucca!
Temple sostiene che nella mente
dell’autistico il pensiero è visivo.
Ogni parola scritta, letta o pronunciata viene immediatamente convertita
in un’immagine. Tali rappresentazioni non sono statiche bensì dinamiche
e pertanto possono essere modificate
ed evolversi in “ragionamenti per immagini”.
In “ Il punto di vista delle mucche” e
“Pensare per immagini”ci viene data
la possibilità di capire, entro i nostri
limiti, questa compenetrazione intellettuale tra uomo ed animale, basata
principalmente sulla comune incapacità di interpretare le espressioni degli
altri o di anticiparne le intenzioni.
Questo rappresenta il fulcro del deficit sociale ed è la matrice dell’ansia
e del panico..
Oggi Temple è una delle più note
progettiste di apparecchiature per
il bestiame ed attiviste per la tutela
degli animali destinati al macello,
per restituire loro dignità e miglio-
rarne la vita, anche se condannati
alla morte. A Temple è da attribuire
la realizzazione del recinto circolare
(attualmente usato da oltre il 25% degli allevatori), costituito da percorsi
con parapetti alti. Questa particolare
forma della struttura impedisce all’animale di vedere all’esterno, caratteristica utile a ridurre lo stress del
bestiame. Anche l’ultimo tratto del
percorso, quello che termina con la
macellazione e che Temple chiama
“stairway to heaven” (scalinata per
il paradiso dalla famosa canzone dei
Led Zeppelin), deve assicurare una
condizione dignitosa all’animale.
Temple Grandin ci porta così nel suo
mondo eccezionalmente “diverso” ,
commovente ed emozionante in cui
regna oggi un’inspiegabile armonia.
Ad un giornalista che l’ha intervistata
alla fine di una conferenza, Temple
risponde: “Se potessi schioccare le
dita e diventare non artistica, non lo
farei, perché non sarei più io. L’autismo è parte di chi sono”. E questo
credo sia la cosa che più debba far
riflettere noi “normali”!