100% Fitness Mag - Anno II Marzo 2008 | Page 33

formazioni che sono state appena percepite, come un insieme di segni, o di suoni, in una lingua che non conosciamo. Queste informazioni, se non vengono codificate, spariscono presto. A differenza di quanto avviene nella memoria a lungo termine, dove sono immagazzinati i ricordi ormai stabilizzati e che ci accompagneranno per mesi o per sempre. Nella memoria a breve termine, invece, i ricordi si cancellano in pochi minuti. Fino a molto tempo fa si riteneva che questo ultimo tipo di memoria fosse solo una stazione di passaggio per i ricordi in attesa di essere immagazzinati nella memoria a lungo termine o di venire cancellati. Oggi, invece, si tende a considerare la memoria a breve termine come una sorta di centro di controllo che riceve informazioni sia dalla memoria sensoriale che da quella lungo termine, tanto da essere stata ribattezzata memoria di lavoro. La utilizziamo, per esempio quando cerchiamo di immaginarci come starebbe nel nostro soggiorno quel mobile che abbiamo appena visto in vetrina. Più in generale, la memoria di lavoro ci consente di trattenere brevemente nella nostra mente le informazioni necessarie per prendere una decisione e ci consente di mantenere il filo di ciò che stiamo facendo. ULTIME SCOPERTE. Le principali scoperte sulla memoria riguardano le aree del cervello coinvolte nel deposito dei ricordi e nei loro collegamenti. Grazie a tecniche come la risonanza magnetica Salute & Benessere è stato possibile fare una specie di catalogo delle aree e dei nuclei in cui vengono depositate le esperienze e differenziare tra le varie memorie (visive, uditive, olfattive ecc.), le memorie relative ai singoli episodi e le memorie autobiografiche. Grazie alle più recenti scoperte, l’ippocampo, una struttura cerebrale che per molto tempo è stata considerata l’organo della memoria, ha perso parte della sua importanza. L’attività di alcune aree dell’ippocampo di soggetti che stanno, per esempio, imparando le regole di un semplice gioco si modifica solo durante l’apprendimento mentre in altre persiste anche dopo. CON EMOZIONE. Per rendere permanenti le informazioni acquisite, l’ippocampo deve interagire con la corteccia cerebrale, dove sembrano fissarsi i ricordi. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale la valenza emotiva del ricordo da fissare. Ogni informazione passa attraverso la formazione reticolare e il sistema libico (sede delle emozioni) prima di raggiungere la corteccia cerebrale. La formazione reticolare è una sorta di filtro che lascia passare solo le informazioni di qualche contenuto emotivo. Questo è il motivo per cui nello studio riusciamo meglio nelle materie che ci piacciono o se l’insegnante cattura il nostro interesse trasmettendoci la passione per la sua materia. Inoltre si è visto, che le memorie vengono ristrutturate, non sono immutabili: vengono rivedute e corrette, e in alcuni casi persino falsificate. Si è scoperto recentemente che il richiamo di un ricordo già fissato (consolidato) lo rende nuovamente suscettibile di modifiche. Durante la riorganizzazione i ricordi diventano nuovamente sensibili a particolari composti biochimici, che potrebbero influire sul riconsolidamento, alterando il ricordo mentre viene fissato. Ma sulla memoria non si sa ancora tutto. Ignoriamo per esempio come i ricordi vengono codificati. La teoria più accreditata su quale sia il codice con cui i ricordi vengono memorizzati, riguarda le alterazioni che si verificano a livello di alcune strutture del neurone, i microtubuli. Si sono invece acquisite molte conoscenze su memoria e invecchiamento. Sembra che una delle ragioni del deterioramento delle capacità mnemoniche è la difficoltà che il cervello incontra a cancellare le informazioni superflue, col risultato che i nuovi ricordi vengono memorizzati in modo confuso. 100% Fitness Magazine 33