100% Fitness Mag - Anno II Aprile 2008 | Page 55

Alimentazione porto energetico è più o meno lo stesso, pari a circa 250-270 calorie per 100 grammi. Quello integrale favorisce, però, il senso di sazietà, è si tende quindi a mangiare meno. La dose consigliata? Per una dieta normale 3-5 porzioni al giorno da 50 grammi: ognuna corrispondente a una rosetta o a una fetta media. Occhio invece a cracker o grissini, che contengono quasi il doppio delle calorie: circa 400 per 100 grammi. Basta anche con la criminalizzazione dei carboidrati delle diete: è vero che quelle iperproteiche consentono di perdere peso rapidamente perché si elimina tanta acqua. Ma l’effetto si esaurisce non appena si ribilancia il metabolismo. LA CHIMICA DEL PANE Solo 3 ingredienti. Per fare il pane bastano 3 ingredienti: farina, sale e lievito, naturale e chimico. Le proteine della farina (glutenina e gliadina) formano glutine, zucchero e amido, che nutrono i lieviti. Viene impastato. Grazie all’azione dell’impastatrice o delle mani del fornaio, i grani di amido vengono rimpiccioliti e le gliadine/glutine formano una rete di glutine che riesce a trattenere i lieviti. Messo a riposare. I lieviti “bruciano” lo zucchero, trasformato dall’amilasi, un enzima della farina, in maltosio. La maltasi, un enzima del lievito, lo scinde e ottiene il glucosio. La Co2 prodotta dai lieviti gonfia poi la pasta. In forno. L’alcol prorotto dai lieviti e una parte di acqua evaporano. A 70° C il glutine coagula, l’amido assorbe acqua e produce un gel che rende il pane morbido. In superficie gli zuccheri caramellano e formano la crosta. GLI EGIZI SCOPRIRONO LA LIEVITAZIONE Tutto merito degli Egizi. Se non ci avessero pensato loro, nel 6000 a.C., a scoprire che la farina ricavata dai chicchi dei cereali macinati poteva essere unita ad acqua e sale e cotta nel forno, forse il pane non esisterebbe. Fino ad allora, infatti, i cereali, scoperti già 10 mila anni fa, venivano raccolti e cotti in pentola fino ad ottenere una polenta. Fu sempre grazie agli Egizi, che notarono che l’impasto lasciato a riposare permetteva al pane di diventare più soffice, che si scoprì la lievitazione spontanea. A migliorare la tecnica di pianificazione furono, però, i Greci, che consideravano questo alimento un dono di Pan, dio della pastorizia, che gli aveva dato il suo nome. Essi crearono i primi forni pubblici e iniziarono ad aromatizzare il pane con aromi, spezie, latte e miele, lo scrittore Ateneo afferma che nel III secolo a.C. ne venivano prodotte più di 72 varietà. Anche nell’antica Roma la pianificazione era intesa come servizio pubblico: sotto Augusto in città si contavano più di 400 forni e circa 130 panifici. E per controllare le masse, gli imperatori avevano istituito un meccanismo politico detto panem et circenses: pane e spettacoli gratuiti per tutti. Con la caduta dell’Impero romano, le invasioni barbariche causarono la distruzione di gran parte delle coltivazioni e il crollo dei consumi del pane. La cerealicoltura trovò un rifugio nei monasteri, dove i monaci preparavano pani diversi per ogni occasione: per pregare, per cantare, per le penitenze. La crisi dei consumi proseguì nel Medioevo, quando i forni e i mulini, pubblici sotto i Romani, divennero proprietà di feudatari, che costringevano i sudditi a pagare per la macinazione dei cereali. I contadini si arrangiarono quindi come potevano, preparando gli impasti con qualsiasi cosa avessero a disposizione: foglie, erbe, rape e persino segatura. Solo dopo l’anno 1000 nacque la professione di fornaio, soprattutto grazie alla costruzione dei mulini a vento e ad acqua. Il Rinascimento nel XV secolo, coincise con la ripresa dei consumi e della produzione del pane anche grazie all’invenzione, alla corte di Maria de’Medici, del lievito di birra. Le tecniche di raffinazione della farina furono affinate dagli artigiani parigini, che si specializzarono, seguiti poi da quelli viennesi, nella produzione di pane di lusso. 100% Fitness Magazine 55