38 -- 100% Fitness Magazine - Dicembre 2006
TOTAL BODY ADVANCED
CHIARIAMOCI LE IDEE
di Rossana De Martino
istruttrice FIF 2° livello
Istruttrice tecnica CONI-Fgi
A
ncora una volta intervengo a dissipare dubbi e perplessità
dilaganti a macchia d’olio. Dal mio osservatorio sociale
privilegiato quale è la palestra, noto in molti da un po’ di tempo
una crescente esigenza di “capirci qualcosa”, di distinguere tra i
diversi tipi di allenamento proposti nelle strutture per poter
scegliere con cognizione di causa la disciplina più adatta da
svolgere.
E’una tendenza che risulta molto stimolante, almeno per noi istruttori
chiamati a soddisfarla. Personalmente mi sento di condividere appieno questa
“necessitas cognoscendi”, in ragione del fatto che chi sa quello che fa lo fa
meglio, con più consapevolezza di sé, ottiene un progressivo e più rapido
potenziamento della propriocettività e di conseguenza risultati
più rapidi.
“Total body advanced” potrebbe
essere qualunque lezione durante la
quale si lavora adeguatamente con
tutti i distretti muscolari,
a
prescindere dalle tecniche e dagli
attrezzi utilizzati. In realtà è il
concetto stesso di “Total body” che
richiama un’idea di corpo molto
diversa da quella tradizionale:
un’idea lungimirante, destinata a
diventare il presupposto di qualsiasi
attività sportiva; ..il corpo non è più
un insieme meccanico di ingranaggi,
ma un’entità unica, globale, in cui
ogni singola parte collabora con
estrema intelligenza con tutte le
altre in una vera e propria sinergia,
trova tutte le strade più efficaci e convenienti per sopportare gli sforzi e, dove
può, previene i danni con successo.
Ed ecco che la figura dell’istruttore diventa sempre più specifica, gli si
richiedono competenze precise ed una grande attenzione allo studio delle
catene muscolari, delle sinergie, degli equilibri e delle compensazioni. Oggi
l’istruttore studia il corpo come un tutto perfetto e come tale lo allena. Ed è
proprio questo il presupposto di una buona lezione di total body, una
disciplina che possiamo dunque definire “funzionale”, che aumenta e
migliora le possibilità dell’individuo di relazionarsi con l’ambiente e con il
mondo circostante. “Il cervello non conosce l’azione del singolo muscolo, ma
l’intero movimento” dice Beevor…e ha ragione!! Per raccogliere qualcosa dal
pavimento difficilmente ci caleremo in uno squat ineccepibile isolando il
lavoro del grande gluteo; né risulta facile portare i sacchetti della spesa a piedi
per lunghi tragitti senza incorrere in errate compensazioni.
Come si può notare è proprio la quotidianità che ci fornisce gli esempi più
eloquenti di come il nostro “body” sia “total”, di come i nostri muscoli
agiscano quasi come giocatori di una squadra di calcio accorrendo sempre in
aiuto l’uno dell’altro.
Lo sfruttamento delle sinergie è infatti uno dei modi attraverso i quali si
lavora nel total body; un esempio pratico può essere quello di sfruttare, nelle
fasi di condizionamento muscolare, la tecnica dell’integramento,
aumentando i distretti muscolari coinvolti durante un esercizio, oppure,
durante le fasi cardiovascolari, scegliere soluzioni che implichino braccia e
gambe insieme. Di grande interesse è poi il lavoro in diagonale , sfruttando
torsioni, inclinazioni, intra ed extrarotazioni, dato che difficilmente i nostri
movimenti hanno uno sviluppo lineare. Per non parlare degli stimoli che in
questo modo vengono dati ai muscoli tonici, quelli cioè responsabili della
postura, con maggiore memoria motoria, che consentono di automatizzare le
corrette posture garantendo stabilità,
sicurezza e controllo dei movimenti.
Questo tramite l’inserimento di
equilibri statici e dinamici, interessantissimo per tutta la zona
vertebrale e addominale, garantendo
notevoli vantaggi posturali anche e
soprattutto fuori dalla palestra.
E per finire, signore e signori,
l’ossessione, di tutti da gennaio a
dicembre, il grande cruccio del terzo
millennio: il dimagrimento!! Fermo
restando che nessun istruttore è un
chirurgo plastico e che consiglio a
tutti un buon nut