ZAZA' Zaza | Page 10

dovevamo inventare e fare congetture strane aspettando un’occasione che non si ripresentava. Sapevo di essere ossessiva ma parlarne era l’unica cosa con cui cercavo di dare un senso al mio stupore e quando qualche volta riuscivo a tacere mi sembrava di conservare un gran segreto ingannando l’interlocutore come se avessi vinto un miliardo di dollari alla lotteria e non volessi condividerlo per egoismo o cattiveria. Certo che nella mia razionalità non c’era posto per un emozione così profonda e intensa da lasciarmi sveglia la notte a guardare il soffitto. Di sicuro era un transfert, una mia proiezione, ma di che? Ero arrivata a pensare ad una vita precedente, ormai avevo scartato l’ipotesi che fosse mio padre e mi avviavo ad accettare che fosse stato mia madre anche se avrei voluto andarci a letto, toccarlo, abbracciarlo, riascoltare la sua voce che non ricordavo più ma che mi commuoveva. Il tempo passava e non succedeva granché quando l’occhio mi cadde su un articoletto nella pagina della cultura in cui si raccontava di un fotoreporter in zone di guerra che avrebbe presentato un suo libro dopo qualche giorno. Capperi! C’era la foto, il nome, il cognome e un appuntamento in una libreria del centro! Sarei andata… con una delle ragazze? Mara, Isa o Elena? Volevo pensarci bene ma il cuore mi batteva all’impazzata e mi sentivo ridicola. Respirando profondamente pensavo che forse mi sarei dovuta tagliare i capelli, per rinnovare un po’ il look, comprare un vestito nuovo o della biancheria sexy. La prima volta ero stata presa alla sprovvista, ora mi sarei organizzata per essere il massimo della seduzione… finto-casual minimal-chic, della serie mi sono appena svegliata e sono cosi di natura: Io che avevo sempre puntato sulla mente oggi puntavo sul corpo pensando di potercela fare e volevo essere irresistibile. Grazie anche a quella corrente magnetica che avevo avvertito mi sarei fatta notare in mezzo a tanta gente e 10