Due cittadini texani in attesa dei soccorsi. Foto IPA / USA Today
Un tossico nell’uragano
Mentre i cittadini di Houston cercavano provviste per superare Harvey, altri si
arrangiano per superare l'astinenza
11 settembre 2017
di Britni de la Cretaz
La sera del 30 agosto, pochi giorni prima dell’arrivo dell’uragano Harvey, Johnny
Durst è sceso per le strade di Houston armato di scatole di dentifricio, spazzolini,
sapone e acqua. Si è affrettato verso il parcheggio del Fiesta Mart, a sud del centro,
dove decine di senzatetto, molti dei quali tossicodipendenti, si erano accampati in
tenda.
Nel bagaglio di Durst, un dipendente del Montrose Counseling Center, c’erano anche
alcune provviste speciali: kit di sterilizzazione per siringhe da dare ai
tossicodipendenti. Anche l’acqua pulita, che Durst ha portato in abbondanza per
ovvie ragioni di sopravvivenza, sarà utilizzata per preparare le iniezioni.
Mi spiega al telefono – e con un marcato accento texano – che questa gente sostiene
di «fare quello che deve fare per ottenere quello di cui ha bisogno». Questo significa