Se si vive di un lavoro creativo, però, si deve contare su una certa costanza di idee, non credi? Diciamo che in ogni cosa ci sono input e output. Se mi concentro esclusivamente sugli output sono sotto pressione e destinato al fallimento, perché per avere qualcosa in uscita, un prodotto, una canzone, bisogna avere qualcosa in entrata, un’ idea, un’ ispirazione. Non esiste output senza input.
Quindi per Salting Earth eri pieno di idee ed energie? Credo proprio di sì. Dentro al disco ci sono canzoni nuove, ma anche brani vecchi che erano rimasti nella mia memoria per tantissimo tempo e che era il momento di pubblicare.
Hai mai pensato di fare l’ attore? Magari in una serie TV come tanti tuoi colleghi. Sì, quando avevo 20 anni prendevo lezioni di recitazione. Una volta ottenni una piccolissima parte nel film Why do fools fall in love con Halle Berry: quello è stato il mio“ momento Hollywood”. Certo che mi piacerebbe recitare in un film o in una serie TV, e penso anche che sarei un bravo attore; quel che non mi piacerebbe è partecipare a mille casting, seduto in una stanza con altri 15 tizi uguali a me.
Nel tuo studio a Los Angeles produci soltanto i tuoi album o anche quelli di altri? Un tempo lo facevo, ora mi limito al mio lavoro. Produrre è un mestiere interessante, ma io non sono fatto per stare seduto in uno studio, potrei al massimo contribuire alla parte creativa della produzione, alla scrittura delle canzoni.
C’ è qualche musicista o band che ti piace particolarmente? C’ è un sacco di ottima musica in giro, soprattutto a Los Angeles. Recentemente ho ascoltato un paio di canzoni del nuovo album di Lawrence Rothman: lo trovo veramente interessante e penso che avrà un successo enorme. Non è vero che non c’ è buona musica, bisogna soltanto cercare più a fondo.
Progetti per il futuro? Non sono tipo da progetti, faccio il mio, faccio Richie Kotzen, basta così.
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