XL, l'house organ di OPES anno 2, n°3, marzo 2020 | Page 35
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E SALUTE
un momento, a quanto cibo si spreca e si getta nei paesi
industrializzati. C’è poi l’appassionante discorso della
solidarietà, che dà luogo a una miriade di quesiti, per la
maggior parte privi di risposte univoche. Per esempio:
davvero tutto ciò che ci viene mostrato come “azioni di
solidarietà” è tale? Su questo argomento, specialmente noi
italiani, potremmo disquisire per ore dopo aver visto come
l’Europa si è comportata nei confronti dei clandestini che
giornalmente lasciano le coste del Nord Africa, affidandosi
a mercanti di uomini, per sbarcare nel nostro continente.
Esseri umani che poi finiscono per restare nei centri
d’accoglienza italiani perché l’Europa, che pure dice
che tutti vanno accolti, si tira indietro quando si tratta di
prendere tanti disgraziati in casa propria. Tutto questo
per non parlare di quello che accade quando si tratta di
aiutare i paesi in via di sviluppo con l’acquisto e l’export
di materiale sanitario di prima necessità. Un esempio
è la cura per l’AIDS che è decisamente troppo cara per un
paese in via di sviluppo, che quindi non ha reale possibilità
di combattere questa malattia. E poi ora, con il funesto
PER
IL MONDO
avvento del Covid-19, cosa dire davanti all’indegno
spettacolo di nazioni teoricamente “civilizzate” che si
fregano l’un l’altra le mascherine di protezione necessarie,
soprattutto, a non far ammalare medici e personale
ospedaliero? Un caso in particolare è quello del gruppo di
russi che, in Romania, ha acquistato al volo una fornitura di
mascherine già comprate dall’Italia e pronte a partire. Se è
questa la solidarietà, allora siamo a posto.