XL, l'house organ di OPES anno 2, n°3, marzo 2020 | Page 11
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Malagò,
il Coronavirus, lo Sport
IL 9 MARZO 2020 LO SPORT IN TUTTA ITALIA SI È FERMATO. UNA DATA CHE FARÀ SICURAMENTE
LA STORIA PERCHÉ A SUBIRE UNA BRUSCA FRENATA, IN QUESTO FATIDICO GIORNO, NON SONO
STATE SOLTANTO LE ATTIVITÀ SPORTIVE MA ANCHE MOLTISSIME ALTRE IN TUTTO IL PAESE, O
PERLOMENO QUELLE NON RITENUTE FONDAMENTALI. UNA DECISIONE IMPORTANTE, SOFFERTA,
MA INEVITABILE. IL PUNTO D’ARRIVO DI UN’ESCALATION CHE HA AVUTO INIZIO NEL MESE DI
FEBBRAIO.
Infatti, quella che sembrava una minaccia lontana, che
molto difficilmente avrebbe potuto giungere fino a noi,
si è trasformata alla fine in un pericolo concreto e reale.
I primi casi di Covid-19 si sono verificati nel nord Italia a
causa di un “paziente 0”, ancora non ben individuato, che
in breve ha diffuso il contagio. Il nemico invisibile, come lo
chiamano in molti, pericoloso soprattutto per gli anziani e gli
immunodepressi ma che non risparmia nemmeno i giovani e
le persone che godono di ottima salute, sembra sia dilagato
e si sia diffuso in così breve tempo anche a causa di alcune
manifestazioni sportive. Il primo ricoverato in condizioni
grave è stato infatti un maratoneta di 38 anni. E così, in breve,
è iniziata la nostra battaglia contro un virus sconosciuto e il
nostro paese in pochissime settimane, si è trovato ad essere
il più colpito dopo la Cina. Ma il coronavirus è un nemico che ha
continuato inarrestabile la sua corsa: la minaccia si è estesa
all’intero pianeta tanto che l’Organizzazione Mondiale della
Sanità l’ha classificato come una pandemia.