XL, l'house organ di OPES anno 1, n°9, novembre 2019 | Page 27

fatto l’Erasmus in Spagna, uno dei primi a fare questa bellissima esperienza. Già parlavo l’inglese, quando sono tornato parlavo perfettamente lo spagnolo e devo dire che questo fatto è stato determinante per il lavoro che ho svolto all’interno dell’organizzazione del meeting e dell’Associazione, ovvero un lavoro necessario alla costruzione di partenariati europei, necessari per richiedere finanziamenti alla Commissione europea su progetti di inserimento socio-lavorati dei migranti. Quindi, la possibilità di parlare diverse lingue e l’essere stato a contatto con un contesto internazionale sono stati fondamentali e decisivi per il mio inserimento o ingresso nel mondo del lavoro». Durante la sua esperienza di Servizio Civile credo che Lei abbia fatto tesoro di tutte le esperienze vissute. Ce ne è una in particolare, una che ricorda con tanto affetto e che vorrebbe raccontare ai ragazzi che si apprestano a concludere la loro esperienza e al nuovo contingente che tra poco più di un mese inizierà a confrontarsi con il progetto per il quale sono stati selezionati? 27 «Ci fu sicuramente un elemento decisivo nell’organizzazione del Meeting Antirazzista: mi occupavo di tutti i rapporti con i soggetti internazionali e nell’ambito di un rapporto informale con un’Associazione della Catalunya riuscimmo a portare a Cecina il primo cittadino di Barcellona. Questo fu un autentico colpaccio, perché nessuno si poteva aspettare che dalle relazioni con l’associazionismo di Barcellona potesse uscire fuori una relazione così forte ed un personaggio di spicco come il Sindaco. Tutti furono sorpresi di come un obiettore di coscienza, dalla sua postazione, utilizzando solo il telefono ed il fax e qualche mail, fosse riuscito a portare al meeting internazionale un esponente di così grande caratura». Per Lei il Servizio Civile è stato un’opzione, mentre oggi è un atto volontario. Vista e considerata la sua esperienza ed il momento socio-economico che stiamo attraversando, Lei sarebbe favorevole o contrario ad un Servizio Civile obbligatorio? «Io non sono favorevole alle imposizioni, anche se alla mia epoca era obbligatorio dare un anno della mia vita allo Stato o attraverso la leva militare o, come per gli obiettori di coscienza, attraverso un servizio alternativo come il Servizio Civile. Calandoci nella particolare realtà di questo momento storico, dove i ragazzi fanno grande fatica a trovare i loro spazi di creatività o impegno, credo che rendere obbligatorio il Servizio Civile per un periodo di tempo inferiore ai dodici mesi possa rappresentare un’opportunità, tanto per i giovani quanto per lo Stato italiano, perché, svolgendo un servizio di utilità pubblica, il ragazzo si sente più coinvolto ed inserito maggiormente nella comunità e nel tessuto sociale del Paese. In questo caso, sarei anche favorevole a renderlo obbligatorio». XL / Novembre 2019