Viaggi in Lambretta - Mamma li turchi (2012) | Page 96

Siamo ad Ayvalik, il culo è in fiamme e ci mettiamo alla ricerca del porto. Eccolo là… ed ecco anche il ticket office. Il traghetto c’ è davvero e parte alle 18.30! Purtroppo ci vengono chiesti altri 60€ a testa per fare questi 10 km che separano Ayvalik (Turchia) dall’ isola di Lesbo che sta di fronte (Grecia). Maledetti!!! A questo giro il controllo in dogana è abbastanza semplice quindi ci imbarchiamo velocemente dopo essere stati a comprare un pezzo di pizza per al cena. Il traghettino è semideserto, siamo solo in 5 e in un’ oretta e mezzo siamo a Lesbo. Si scende e abbiamo tutto il tempo per montare la tenda in una zona che Marco ha già adocchiato dalla nave! Finalmente stanotte ci si fa una gubbiata da 10! E invece no! Sembra di essere entrati dentro la puntata delle 12 fatiche di Asterix quando gli viene chiesto il lasciapassare A38. Dai dai il problema è venuto fuori, alla dogana greca vogliono questo benedetto documento della sorella di Marco (proprietaria della moto e intestatrice dell’ assicurazione) e noi non sappiamo come farglielo avere. I telefoni non ci permettono di connetterci a internet e a Marco tocca quindi di chiamare a casa in Italia spendendo una fracca senza poter usare Skype. Ci vuole un po’ per spiegare la situazione a Luciano e la Gabriella che subito però si attivano con l’ aiuto della Rebecca per poter reperire i dati della sorella Francesca e inviarli per email alla dogana utilizzando un indirizzo improbabile con solo numeri e lettere in un appartenente ordine casuale. La mail non arriva e dopo 20 minuti chiediamo cosa dobbiamo fare, la risposta è chiara: senza questo documento la moto non può uscire dal porto. A questo punto proviamo a mandare una mail dalla dogana a casa Simonetti ma apparentemente non arriva neanche questa. La doganiera che non s più che pesci prendere, ci chiede se fosse possibile inviare il documento per fax, ma alla nostra risposta negativa allora sfinita ci propone l’ opzione face book. Ritelefonata a casa Simonetti dove ormai il delirio dilaga. Prende in mano la situazione la nipote Rebecca e ci rinvia tutto tramite un messaggio su facebook di Marco. Purtroppo siamo in Grecia e per Marco non è così facile accedere all’ account che gli viene bloccato per sicurezza. Dopo poco scopriamo anche che tramite facebook non sarebbe stato valido perché non ritenuto come mezzo ufficiale…. E allora arivia… si ritelefona a casa spendendo i veri miliardi e Marco scopre che nessuno si era accorto che fosse arrivata una mail dalla dogana greca… Cazzo! A questo punto tutto è più facile, da Pistoia cliccano su “rispondi” e nel giro di poco siamo liberi. Un’ ora e mezza persa in dogana. Si fa per uscire ma non è finita… posto di blocco della polizia: ari documento, ari libretto della moto, un poliziotto mi chiede se gli vendo la Lambretta e via… finalmente usciamo dal porto e andiamo a montare la tenda dove aveva visto Marco. Il posto è spettacolare, dopo una scaletta e una caletta di ghiaia sul mare saliamo su un piccolo altopiano con alle spalle il castello di Mitylini (la città dove siamo sbarcati) e di fronte una scogliera sul mare… da favola! Peccato che tiri un vento della madonna ma ormai è troppo tardi per cambiare posto, è buio e dobbiamo arrangiarci. Montare la tenda è un’ impresa: tira troppo vento e non c’ è luce. Il risultato è che ci vuole un’ oretta bona e sta tutta sbilenca con le raffiche che la piegano. A questo punto come tante altre volte, presi dalla stanchezza… ci importa una sega… si starà a vedè! Ci imbuchiamo dentro a scrivere questo diario. Il vento fischia e i cani randagi poco lontani si fanno sentire. Bona Ugo!