UP Magazine Winter 2019 #1 | Page 8

ricadono su di noi, per cui dobbiamo per forza di cose mettere dei limiti e delle linee invalicabili per i traduttori, per i revisori e a noi stesse per ciò che riguarda autori e agenti. In che modo avete deciso, tu e France- sca Giraudo, di dare il via alla Quixote? Abbiamo iniziato con la traduzione di ro- manzi MM, ma volevamo anche gli MF. Solo che i grandi nomi, anche self, non sono disposti a investire nella traduzione, vo- gliono la casa editrice, e noi, io e France- sca, volevamo portare anche in Italia libri bellissimi, che meritano veramente, ro- manzi come El Diablo, o A carte scoperte di Marni Mann, o ancora i libri di Natasha Madison, per cui abbiamo ragionato sul da farsi e abbiamo deciso di aprire la Quixote Edizioni. Mi hai incuriosito: chi e come valutate i testi da scegliere? Chi lo fa? Insieme, o ciascuna in autonomia? Di solito quando arriva una richiesta di valutazione io mi occupo del primo esame, cioè vado a controllare chi sia l’autore, leggo le indicazioni dei maggiori blog ame- ricani, le valutazioni e i commenti su Goo- dreads, cerco così di capire non solo se un libro sia valido, ma se sia adatto al pub- blico italiano, perché tanti libri sono bel- lissimi ma qui non andrebbero mai. Quando invece siamo noi a proporci all’autore, è Francesca che legge e poi in- sieme decidiamo. Insomma lei legge, io va- luto gli elementi tecnici del testo. UPmagazine | 8 Qual è la frase che vi dite più spesso? Credo che sia “Hai fatto questo?”, “Sì”; “Hai fatto quell’altro?”, “No”. È un continuo remindig: ci ricordiamo le cose vicendevolmente, per non dimenti- care nulla. Il perché è presto detto, l’anno scorso c’è stato – diciamo in due mesi – un incremento del lavoro mostruoso: in se- guito all’annuncio del RARE (RARE Rome 2018, n.d.r.) sono piovute moltissime ri- chieste, e non riuscivamo a gestire tutto. Il passaparola, in America, è stata una cosa incredibile che ha portato un aumento esponenziale del lavoro. Impossibile fare tutto da sole, avevamo bisogno di una terza persona che ci affiancasse dal punto di vi- sta organizzativo e manageriale, così ab- biamo deciso di affidare parte dei compiti a quella che oggi è la nostra socia, Franca Pilone, che si occupa sia della grafica che del nostro store e delle vendite. Lei è a tutti gli effetti la sales manager della Quixote. Abbiamo inoltre deciso di avvalerci di un’addetta esterna per l’ufficio stampa, una ragazza stipendiata che si occupa di intrattenere i rapporti con i blog, blog- tour, copie-staffetta, insomma è lei che or- ganizza e gestisce la promozione. I mulini a vento, chi o cosa sono per voi? Contro cosa combattete? Quali sono gli ostacoli e i traguardi. Credo che il mulino a vento più grande sia la pirateria, che non ha modo di essere combattuta. Una battaglia vera, che invece dobbiamo portare avanti tutti i giorni è quello contro l’ostracismo di chi pensa che Quixote voglia essere fotocopia di qualcosa o qualcuno. I fatti dicono il contrario. Ostacoli grandi non ce ne sono, se non quelli interni, dovuti a ritardi o impreci- sioni nel lavoro (capita, purtroppo). Non abbiamo un traguardo. Avere un tra- guardo presuppone una meta d’arrivo. Non c’è. È un cammino continuo. Il vostro dollaro di Paperone: qual è stato il primo libro pubblicato da Quixote?